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Giorgia Meloni, l'Anpi gioca sporco: "Per cosa dovete votare"

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Quando restano pochi giorni di campagna elettorale, con i sondaggi che circolano e promettono sorprese ma devono rimanere nei cassetti, i partiti cercano d'intercettare il voto di chi è indeciso ma soprattutto di portare ai seggi chi non ha nessuna intenzione di andarci. Del resto quello degli astensionisti è il primo partito in Italia: un bacino di circa venti milioni di elettori (il 40% dei votanti) che potrebbero fare la differenza nel risultato che ormai sembra scontato e a favore del centro destra.  Ecco allora l'idea (nuova e originale, si fa per dire) dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, che sulla carta non sostiene nessun partito: un appello a tutti i cittadini a recarsi alle urne, domenica prossima per esprimere "un voto a difesa della Costituzione e a sostegno dell'antifascismo". Perché, sostengono i partigiani: "Senza voto non c'è nessuna soluzione ai problemi delle famiglie, nessuna democrazia rappresentativa, nessuna partecipazione. Non votare vuol dire rinunciare a un diritto costruito in passato con storiche lotte, e costituito nel dopoguerra con le elezioni del 1946 e con la Carta costituzionale. Non è la soluzione, è una resa", afferma l'Anpi. 

 

 

 

I partigiani ricordano che la Costituzione, che "incarnava i valori di democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, solidarietà, pace per cui si era battuto l'antifascismo e il movimento della Resistenza, è stata la base per la ricostruzione dell'Italia dopo il fascismo e la guerra". "Oggi, nella drammatica situazione del Paese, bisogna riscoprire quei valori e attuarli pienamente per uscire dall'emergenza, rasserenare il presente, disegnare il futuro. Per questo", tuona l'Anpi, "occorre attuare la Costituzione e riaffermare gli ideali dell'antifascismo". Ma lo hanno capito i partigiani che la carta dell'antifascismo non porta neanche un voto in più al centro sinistra?

 

 

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