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Sondaggi, Marcello Sorgi: "Distacco a due cifre", bomba a ridosso del voto

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E' un Enrico Letta bocciato su tutta la linea o quasi quello dipinto dalla paginata della Stampa sulla campagna elettorale del Pd. Se Federico Geremicca sottolinea come con la fine del "campo largo" al Nazareno ci sia una identità da ritrovare, il retroscenista Fabio Martini fotografa la povertà di comunicazione del segretario, ha scelto la linea bianco e nero (anzi, rosso contro nero) del "buoni contro cattivi" con un unico obiettivo, colpire Giorgia Meloni, mentre per Carlo Bertini i dem sono rimasti spiazzati dai 5 stelle, particolarmente aggressivi a sinistra grazie alla difesa lancia in resta del reddito di cittadinanza. Ma è di Marcello Sorgi forse il giudizio più spietato di Letta, che "ha portato con dignità l'abito della sconfitta annunciata fin dal primo giorno". 

 

 

 

 

Il nipote di Gianni, tornato al Nazareno per ricostruire il Pd dopo il disastro post-Renzi e la triste parentesi Zingaretti, si è sì messo l'elmetto denunciando però una grave assenza di strategia. "E' partito all'attacco con la mostrificazione di Meloni - fascista, attentatrice della Costituzione, antieuropea, antiabortista - salvo accorgersi che non funzionava perché la gran parte degli elettori non la considerano tale - spiega Sorgi -. Si è impegnato nella gara a due con l'avversaria, puntando almeno a fare del Pd il primo partito. Ma i sondaggi, fin da subito, si sono rivelati impietosi, e il distacco finale tra Fratelli d'Italia e Pd potrebbe addirittura essere a due cifre".

 

 

Altra carta, piuttosto umiliante: la "non vittoria" del centrodestra. "La manovra è ancora in corso, dove possa arrivare si vedrà domani sera. Ed è a questo estremo espediente che sono legate le speranze del Pd di rientrare in gioco, alle prime eventuali difficoltà del nuovo esecutivo, più o meno come avvenne nel passaggio dal Conte 1 al Conte 2 nella legislatura appena conclusa". Ma se l'unico obiettivo è un nuovo ribaltone, un inciucio tra sconfitti e alcuni dei vincitori, chiosa il notista politico principe del quotidiano torinese, "il Pd, per questa strada, è destinato a perdere un'altra fetta di elettori, avviandosi verso una lenta scomparsa, com' è accaduto ai socialisti francesi". Letta, conclude Sorgi, questo lo sa, "ma il suo destino è segnato". Avvelenare i pozzi, sfasciare tutto. Perché tanto non sarà lui a dover raccogliere i cocci.

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