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Monica Cirinnà sbrocca dopo il voto: "Basta divisioni di sesso", sconcerto al seggio

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Nel giorno del voto, come poteva mancare la polemica. Al centro, ancora una volta, Monica Cirinnà. La paladina dei diritti ha dato scalpore anche al seggio. Il motivo? La distinzione tra uomo e donna. Proprio così, la candidata al Senato nel collegio Lazio per il centrosinistra, in un lungo post su Facebook, si è infuriata: "Ho votato! E ho portato con me una dichiarazione scritta con la quale ho chiesto di mettere a verbale che la divisione dei registri elettorali per maschi e femmine va superata".

 

 

Il motivo? Presto spiegato: "È un ostacolo all'esercizio del voto delle persone trans e non binarie che, in questo modo, sono costrette a fare coming out". Per lei "si potrebbero, invece, dividere elettrici ed elettori in ordine alfabetico in base al cognome. Come succede altrove. Nessuno dovrebbe sentirsi discriminato, mai. Soprattutto quando esercita un diritto fondamentale come votare. Potete farlo anche voi, se volete. Buon voto a tutte e tutti". 

 

 

La senatrice del Partito democratico si è dunque scagliata contro i libretti per le registrazioni e contro il ministero dell'Interno che li ha realizzati. Ma la Cirinnà non è sola. A farle eco Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay. Già durante le elezioni di giugno, Marrazzo aveva contestato i colori rosa e blu. Tanto che ora è il bianco il colore scelto, neutro proprio come piace a lei. "Pertanto - conclude -, l’attuale accesso ai seggi elettorali non tiene conto della complessità delle persone transgender. Migliaia di persone aventi diritto al voto in questo momento in Italia non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità". 

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