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Giuseppe Conte, retroscena: ecco chi stipendia, un caso nel M5s

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Dopo il reddito di cittadinanza, Giuseppe Conte elargisce stipendi. Il leader del Movimento 5 Stelle ha deciso di retribuire tutti quei big pentastellati esclusi dalle elezioni. Vuoi perché non eletti o vuoi perché non candidabili a causa del limite del secondo mandato, la lista è lunga. A svelare il retroscena è Il Messaggero, che spiega la seconda fase della sua leadership. D'altronde l'ex premier è già riuscito a risuscitare il Movimento ridotto oramai in macerie e alle Politiche ha ottenuto un discreto successo. Ma il suo piano non finisce qui. 

 

 

Conte, infatti, vorrebbe dar vita a un vero e proprio partito. Il disegno, o almeno la sua bozza, prevede la creazione di ruoli - remunerati - che garantiscano il funzionamento del partito e di una scuola di formazione a Cinque Stelle. Neppure i docenti verrebbero lasciati senza stipendio. Insomma, Conte pensa a come riutilizzare i big non eletti. E per farlo servirà mettere mano allo statuto. Ma Beppe Grillo si troverà d'accordo? Il vero ostacolo sembra essere proprio lui.

 

 

Mentre i nomi di peso, da Paola Taverna a Vito Crimi, fino all'ex presidente della Camera Roberto Fico. Ma anche Gianluca Perilli (ex capogruppo), Laura Bottici (questore al Senato), Daniele Pesco (presidente Commissione Bilancio), Alfonso Bonafede (ex ministro della Giustizia), e il tesoriere Riccardo Fraccaro potrebbero trovarsi tutti d'accordo. Intanto il leader esulta per il risultato di domenica: "Abbiamo compiuto una grande rimonta contro ogni pronostico: i cittadini hanno riconosciuto tutta la forza delle nostre proposte. Con questa sciagurata legge elettorale il centrodestra è maggioranza in Parlamento, ma non nel Paese. La nostra sarà un'opposizione intransigente. Saremo l'avamposto per l'agenda progressista contro le disuguaglianze, a protezione delle famiglie e delle imprese in difficoltà, a difesa dei diritti e dei valori della nostra Costituzione". Conte dunque è tornato alla carica.

 

 

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