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Centrodestra, compromesso-Viminale: chi spunta per il ministero

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La squadra del centrodestra è quasi pronta. Giorgia Meloni, leader del partito che ha ottenuto più voti, non intende deludere i cittadini. E così ogni casella, ogni ministero, sarà ben ragionato. E lo stesso ragionamento ha fatto Matteo Salvini. Eppure ci sono poltrone più delicate di altre. Oltre agli Esteri e alla Difesa, sul tavolo di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia c'è l'incognita Viminale. Per Fratelli d'Italia l'ideale sarebbe nominare un tecnico o, in caso, un fedelissimo della Lega. Mentre per Salvini si aprirebbero le porte della vicepresidenza del Consiglio. Vicepresidenza che potrebbe spettare anche al numero due di Forza Italia, Antonio Tajani.

 

 

Altra ipotesi su cui gli alleati stanno ragionando è quella di spacchettare il ministero dell'Economia in Tesoro e Finanze. Tesi respinta però dai diretti interessati che temono di "allungare troppo i tempi per dotare le due strutture dei regolamenti, con ripercussioni sui tempi della legge di bilancio". In ogni caso il nuovo governo non può temporeggiare: il 13 ottobre il nuovo Parlamento si riunirà per la prima volta e per quel giorno dovranno già essere nominati i presidenti di Camera e Senato. Solo dopo, a consultazioni concluse, Sergio Mattarella potrà affidare alla leader di FdI il compito di formare il nuovo esecutivo. 

 

 

Un passaggio che non preoccupa Salvini: "Io a stamattina ero incaricato di avere nove ministri diversi, non stiamo ancora discutendo di ruoli e di nomi. Faremo assolutamente veloce e con gli alleati troveremo la quadra in un quarto d'ora", ha assicurato silenziando la polemica sollevata da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle sulla loro "inerzia".

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