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Giancarlo Giorgetti? Retroscena: quello che non sapete su lui e Mattarella

Renato Farina
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Si dice, pare, forse, sia destinato al ministero dell'Economia del governo Meloni, ma non bisogna dirlo ché poi la rosea nuvoletta ti scaglia fulmini. Ma chi è davvero Giancarlo Giorgetti, eterno secondo, vice segretario, delfino sempre spiaggiato, di chiunque sia capo della Lega? È avvolto da fama di impenetrabilità. Be', io un po' lo so chi è. Ci sono filastrocche che non si possono piantare a metà. È impossibile resistere, devi concludere, costi pure la pellaccia. C'è di mezzo la tua essenza. Per capirci mi rifaccio a un film. Il caso più popolare è quello di Roger Rabbit. Per stanare e catturare il coniglio dei cartoon, il giudice cattivissimo batte il ritmo di «Ammazza la vecchia... ammazza la vecchia...». Finché Roger Rabbit si fa incastrare e prorompe con un liberatorio: «...col flit!». E ora scioglimi pure nell'acido. Io sono io! Un giorno, sulle scale che portano agli uffici dei gruppi politici della Camera, saliva meditabondo e me lo trovai alle spalle. Siccome non mi diceva mai una parola, non rispondeva a un sms, pur conoscendoci da decenni forse persino di implicita amicizia, dissi fingendomi assorto tra me e me nel dialetto della Lombardia del nord: «Oh Signùr di puarit...». Ripetei: «Oh Signùr di puarit...». Lo sventurato rispose: «...quel di sciùri al gà i curnitt». Giorgetti si manifestò per quello che era. Un popolano figlio di operai, un provinciale cresciuto all'oratorio, uno che guarda i nostri laghi e ci specchia l'anima. Uno di noi, come me e te, anche se sei del Sud e invece del lago di Varese o di Lugano hai il Garigliano. Mi bastò questo. Ne fui felice. Poi poteva non rispondermi più al telefono, salutarmi senza fermarsi, come in effetti accadde.

 

 

 

UOMO DEL POPOLO

Tra élite e popolo lui era popolo. Non c'entrano le ricette economiche più o meno liberiste, l'essere diventato un bocconiano, laureato alla grande, dopo l'istituto tecnico. Giorgetti era Giorgetti, 55 anni, uno di Cazzago Brabbia, 794 abitanti, dei quali è stato sindaco dal 1995 al 2004. Deputato dal 1996. Prima di essere leghista militante del Fronte della Gioventù, cattolico senza chiasso. (A proposito. La traduzione è lunga il doppio della filastrocca: «O Signore tu sei il protettore dei poveri, perché quello dei ricchi ha le corna»).
Ancora a proposito di Giancarlo Giorgetti. Dalle parti di Montecitorio ieri circolava un tizio vestito come un lord inglese. Da vicino però si fa riconoscere: massì che è lui. Ha abbandonato improvvisamente la giacca consumata e i jeans sdruciti, leggendaria mise da ministro-operaio. Come mai? Interrogativo non proprio decisivo alla vigilia di una probabile guerra nucleare, ma bisogna pur tirarsi su il morale. Ed ecco la deduzione dei cronisti. Il nostro uomo è appena tornato da Londra dov' era andato a scalmanarsi per la partita della sua squadra del cuore, il Southampton. E lì una calamita interiore, o una vocina, deve averlo condotto ad acquistare da Harrods la divisa idonea alla carica di cancelliere dello Scacchiere, che sarebbe il locale ministro dell'Economia (di Sua Maestà).

GLI INDIZI

Essendo in Italia, tutto può cambiare con un alito di vento. Ma intanto registriamo che c'è la quadra. 1) Il vestito. 2) Lo spiffero trapelato da Arcore, dove la villa di Silvio deve avere le pareti sottili come cartavelina. Lì la candidata unica a premier Giorgia Meloni ha vagheggiato come scelta perfetta proprio colui, che - guarda un po' - quel giorno dei consulti non proprio sereni dei capi del centrodestra, se ne stava lontano, oltre la Manica, ma soprattutto nella Manica che conta tanto: quella di Sergio Mattarella, che alla fine è il solo che ha il potere di veto. 3) Matteo Salvini ha fatto trapelare «da fonti della Lega» il suo placet. «Per la Lega sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante anche di Economia e Finanze. È un onore che in queste ore arrivino nuovi e significativi riconoscimenti che testimoniano la centralità e l'affidabilità della Lega». La formula è slalomistica, paradossalmente proprio per proteggere la nostra simpatica anguilla varesina. Dicono che in Consiglio dei ministri adempisse ai doveri di leghista salviniano, pur restando nel suo cuore draghiano. Oppure viceversa. Sa arci-bene che Giorgetti pensa alla maniera dell'ex ministro dell'Interno al massimo due volte al giorno, identicamente agli orologi rotti rispetto all'ora giusta. Però quelle due volte le indovina sempre, ad esempio sostenendo - dopo che l'avevano fatto passare per lo sgambettatore del segretario - che «Salvini è il candidato naturale a ministro dell'Interno». Sapeva che non sarebbe accaduto. Ma non ha rinnegato Gesù, e il gallo non ha cantato. 4) L'investitura implicita di Ignazio La Russa che ieri ha indicato «l'amico Giancarlo» come idoneo per il massimo, per tutto, e forse anche di più.

 

 

 

PACATEZZA

Allora è vero. È lui, il piccolo Buddah destinato a succedere a Super-Buddah Draghi impugnando l'equivalente italiano della valigetta atomica: debito pubblico, bilancio, Pnrr, tasse. Beninteso sotto il vigile sguardo della regina Giorgia, che pare veda in lui il candidato perfetto, pacato, senza guizzi balordi, un premio al Nord in generale e alla Lombardia in particolare che l'ha stra-votata. A Montecitorio, hanno chiesto a Giorgetti se sia lui in pectore, o meglio in doppio-pectore, quel che l'abito profetizza: e cioè il titolare del dicastero chiave di questi momenti tempestosi. Ma no, ma dài. Lui ne ride. Spiega di essere anziano, che quando era giovane, al suo primo ingresso alla Camera, «non avevo tutti 'sti dolori articolari». Che c'entra? Non confondetelo con una fu ga. È il suo modo ormai mitologico di dire la verità. Non quella che gli stai chiedendo, ma un'altra verità. Difficile che menta. Forse gli è impossibile. Credo sia l'unico autentico e selvatico gallo cedrone delle Prealpi e dei laghi varesini che invece di sfoggiare le penne e i bargigli come qualsivoglia leghista che si rispetti, li nasconde sotto una veste gesuitica. Qualunque cosa accada Giorgetti resterà Giorgetti, tifoso del Southampton, leghista per sempre, draghista qualche volta.

 

 

 

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