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Ignazio La Russa, dal Msi al Senato: perché così cambia la storia

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Un ex missino al Quirinale. Ipotesi fantascientifica? Non più: il vice di Sergio Mattarella potrebbe davvero essere Ignazio La Russa, che il centrodestra potrebbe indicare come prossimo presidente del Senato (anche se Matteo Salvini e la Lega vogliono o la presidenza del Senato o il Viminale, e questo potrebbe complicare le trattative). Sarà lui, il Ras del Movimento sociale milanese, colonnello di Gianfranco Fini in Alleanza nazionale dopo la svolta di Fiuggi, rimasto fedele a Silvio Berlusconi nel Pdl per poi fondare insieme a Giorgia Meloni Fratelli d'Italia, 10 anni fa, la seconda carica dello Stato? Nel caso, sarebbe lo sdoganamento definitivo non solo per un partito, ma per un mondo, quello della destra-destra italiana, che pur "costituzionalizzato" già da Giorgio Almirante è rimasto per una trentina d'anni nel ghetto politico, per poi salire alla ribalta negli anni Novanta con AN. E ora, con la Meloni, la conquista storica alle elezioni del 25 settembre: primo partito d'Italia, che porta Giorgia a Palazzo Chigi e lui, Ignazio, (forse) sullo scranno più alto di Palazzo Madama. 

 

 

 

Incrociandolo sulle scale di Montecitorio poche ore prima del vertice dei tre leader del centrodestra (ma la voce correva da giorni, nei corridoi dei Palazzi romani e sui giornali), la dem Debora Serracchiani l'aveva fermato quasi per fargli i complimenti: "Devo chiamarla presidente?". "Sì - la risposta pronta di La Russa, famoso per i suoi occhi fiammeggianti e la lingua tagliente -, sono presidente dell'Inter Club. Chiamatemi presidente". Era già vice della Casellati, ora la possibile e prestigiosa promozione.

 

 

 

Fuor di ironie, la scelta di La Russa sarebbe un riconoscimento politico importante al suo passato e alla sua correttezza parlamentare, e anche un segno di riconoscenza per la grande sobrietà dimostrata in un caso piuttosto imbarazzante che lo aveva riguardato suo malgrado, il braccio teso in un saluto fascista del fratello Romano durante i funerali di un camerata. Nessuno scivolone, nessun alibi: La Russa incarna il volto di una destra "che non rinnega e non restaura", come amava ripetere Almirante. 

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