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Ignazio La Russa, il discorso: "Non solo il 25 Aprile festa nazionale"

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Dopo l'elezione a sorpresa e con giallo, Ignazio La Russa rivolge il suo primo discorso da presidente di Palazzo Madama ai senatori presenti in aula: "Non ci crederete ma non ho preparato minimamente un discorso. Certamente prima dei ringraziamenti, che sono abituali e sentiti, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, quelli che non mi hanno votano e quelli che si sono astenuti e se mi consentite quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra". Il neo presidente del Senato, seconda carica dello Stato, infatti non è stato votato dai senatori di Forza Italia. Ecco perché qualcuno dall'opposizione avrebbe contribuito alla sua elezione. Il neopresidente si è detto d'accordo con Liliana Segre sulla necessità di celebrare le feste nazionali, ma ha aggiunto: "A quelle del primo maggio, del 25 aprile, del 2 giugno aggiungo anche la data di nascita del Regno Italia che prima o poi dovremmo far assurgere a Festa nazionale".

 

 

 

La Russa ha assicurato: "Sono stato un uomo di partito, non di parte. Non lo sarò in questo ruolo". Poi ha voluto offrire un omaggio alle vittime di tutte le guerre: "Nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti e che ricordo con più tristezza e dedizione sono quando ho portato sulle mie spalle le bare dei soldati in Afghanistan e a loro e a tutti i caduti di ogni guerra va il mio deferente omaggio". L'esponente di FdI ha citato anche il presidente della Repubblica Sandro Pertini nel suo discorso, rimarcando che si combatte non solo quando c'è la speranza di vincere, "ma anche quando ne vale la pena".

 

 

 

Spazio, poi, al conflitto in corso a Kiev: "Ai patrioti ucraini va il mio pensiero, così come ai profughi e rifugiati ucraini e che da ogni parte del mondo scappano da quella guerra e dalle guerre che devono essere accolti con onore". Il suo pensiero, infine, è andato anche ad altre vittime: "Non posso non ricordare le tante vittime del terrorismo politico anche solo se si trovavano nel momento e nel posto sbagliato. Le loro storie rappresentano ancora oggi una stella polare". A quel punto ha citato il commissario Luigi Calabresi e "tre ragazzi, uno di destra Sergio Ramelli e due di sinistra i cui assassini non sono mai stati trovati, Fausto e Iaio".

 

 

 

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