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Ucraina, fate pure i pacifisti ma guardate i fatti: le menzogne di parte

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Iuri Maria Prado
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Prima i fatti. Prima che cosa è stata e continua a essere, sempre più selvaggiamente, l'operazione speciale scatenata dal regime russo. Poi, a fatti riconosciuti e non contraffatti, va bene tutto il resto. Poi è legittima qualsiasi opinione, qualsiasi ipotesi di soluzione, qualsiasi iniziativa di intervento, di astensione, di perdono, di condanna. Anche l'intimazione, da qui, dal salotto, a che gli ucraini si uniformino al cosiddetto dovere morale della resa, quello invocato a destra e a manca sul presupposto che serva a risparmiare vite; anche reclamare la fine degli aiuti in armi, perché gli ucraini devono capire che i loro figli potrebbero essere felici anche in una dittatura; persino l'equiparazione dell'aggressore e dell'aggredito a pari livello di violenza e crudeltà e responsabilità.

Ma tutto questo è rispettabile a quel patto, e cioè che il pacifismo che ne tesse la trama non si imbastisca della menzogna, della censura, della propaganda che invece sono l'alfabeto di quella propalazione. Zelensky uguale a Putin? Va bene: ma solo se non si fa fatica a ricordare che uno, non l'altro, voleva rimuovere il governo di drogati e omosessuali. I morti sono tutti uguali? Va bene: ma non se davanti alle immagini dei cadaveri di Bucha ti affretti a ipotizzare che potrebbe trattarsi di una messinscena. C'è propaganda da tutte le parti? Va bene: ma non se a sostegno del tuo pacifismo usi quella dell'aggressore.

È una guerra voluta da Joe Biden per venderci il suo gas più caro? Va bene: ma non se trascuri di ricordare che per opporsi all'imperialismo Usai russi deportano duecentomila bambini. La guerra è sempre terribile? Va bene: ma non se accetti che il tuo collega pacifista definisca "passante" il ciclista abbattuto dal cecchino. Purtroppo sono sempre i civili a farne le spese? Va bene: ma non se senti dire, senza dir nulla, che l'ospedale incenerito poteva essere un covo di nazisti. Per essere rispettabile, il pacifista deve ripulire questo mare di letame. O ripulirsene.

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