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Silvio Berlusconi, "cosa dirà a Mattarella sul Colle"

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"Dopo quello che è successo le trattative non ci sono più". I retroscena su Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, in queste ore, si moltiplicano. Virgolettati veri o presunti, tam tam impazziti, scenari estremi. Di fatto, vale tutto. La verità è che la leader di Fratelli d'Italia e quello di Forza Italia hanno vissuto quanto accaduto negli ultimi due giorni come "un tradimento" reciproco. Il Cav si è sentito fregato, spiega la Stampa, quando dopo i veti posti dall'alleata si sarebbe visto sottrarre dal toto-ministri anche la casella a cui forse teneva di più, la Giustizia. Da lì la decisione, di pancia, di non votare l'indomani per Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Di contro, la Meloni non ha tollerato il gesto in aula dei forzisti, procedendo da Caterpillar sul voto. Da quel momento, è stata una escalation di nervosismo e furori individuali, fino al famoso caso dei pizzini del Cav (con tanto di "vaffa" davanti a La Russa) e quel "io non sono ricattabile" uscito di bocca a una arrabbiatissima Giorgia, fuori da Montecitorio.

 

 



E ora? In tanti sostengono che Silvio e Giorgia dovranno ricucire, per forza e in qualche modo. Certo, le premesse non sono le migliori ma perdere l'opportunità di governare prima ancora di aver ricevuto l'incarico formale sarebbe imperdonabile, forse la pietra tombale sulla coalizione. In attesa di un passo indietro da parte di tutti, con Matteo Salvini nel per lui inedito ruolo di mediatore, filtrano voci e dubbi da Forza Italia.

 

 



In vista delle consultazioni al Quirinale, la prossima settimana, la Stampa avanza due ipotesi, entrambe clamorose. "Salire da soli al Colle, divisi dal resto della coalizione", innanzitutto. Oppure "far mancare il sostegno esplicito a Meloni, al primo giro al Quirinale, nel momento in cui Sergio Mattarella proverà a chiudere sull'incarico alla futura premier". In entrambi i casi, più che un messaggio alla leader di FdI sarebbe una vera e propria bomba politica sul futuro esecutivo. Più probabile, però, che Berlusconi sfrutti i prossimi giorni per capire in che stato è il suo partito, che altri retroscena riferiscono sul punto di spaccarsi su chi sta con la Ronzulli e chi invece, come Antonio Tajani, chiede di arrivare a una pace. Armata, ma pur sempre pace. 

 

 

 

 

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