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Giorgia Meloni, Calenda si butta nella mischia: "Colpa di Berlusconi"

 Carlo Calenda

Daniela Mastromattei
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«Berlusconi non fa errori, quegli appunti li ha scritti per farli riprendere dai fotografi. Voleva farlo sapere...». Ne è convinto Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, riguardo le aspre critiche rivolte a Giorgia Meloni da Silvio Berlusconi che avrebbe messo nero su bianco su un foglietto fotografato in aula durante l'elezione del presidente del Senato. E proprio Ignazio La Russa ieri si è espresso dicendo «credo che il presidente Berlusconi dovrebbe dichiarare quello di cui io sono quasi certo, che quella foto è un fake. Però deve dichiararlo lui, non lo posso dire io».

 

Un intervento che non è piaciuto alla sinistra come fa notare Andrea Orlando «è un po' improprio che il garante di tutti i senatori entri così in una vicenda tra esponenti politici di una parte». Ma a fine giornata più che le scuse del Cavaliere a far parlare, da destra a sinistra, è la risposta della leader di Fratelli d'Italia a Silvio: «Mi pare mancasse un punto tra quelli elencati da Berlusconi, non sono ricattabile».

 

 

Il primo a commentare «brava Meloni» è Carlo Calenda. «In questa vicenda - prosegue il leader di Azione su Twitter - la protervia di Berlusconi, i diktat della Ronzulli, la pretesa di ministeri utili personalmente e gli insulti, meritavano una risposta». E conclude: «Ciò premesso, questi non governano sei mesi». Mentre Arturo Scotto, deputato di Articolo Uno si sofferma su quel «io non sono ricattabile». E puntualizza su Twitter: «È probabile che la leader di Fdi trapochi giorni avrà l'incarico dal Quirinale per formare un governo. Ha il dovere dispiegare su cosa Berlusconi l'ha ricattata. Non possono esserci zone d'ombra sulle Istituzioni repubblicane». Ma in serata Guido Crosetto mette tutti a tacere: «Quando qualcuno non ha null'altro da difendere se non la propria dignità, è più forte di chiunque altro...».

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