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Marzio Breda, Mattarella-Berlusconi: 11 minuti di disagio al Quirinale

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Undici minuti di consultazioni al Quirinale per il centrodestra e "dieci minuti di imbarazzo e disagio". Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera, ricostruisce così il confronto-lampo di venerdì mattina tra la delegazione guidata da Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Undici minuti (sette netti) "dominati dal timore che Silvio Berlusconi non riuscisse a trattenere recriminazioni e autodifese per la polemica sugli audio rubati".

 

 


E' andato tutto liscio, alla fine. Con il Cav che ha solo regalato ai fotografi "una smorfia" mentre la leader di FdI e premier in pectore parlava (rapidamente) ai giornalisti. Ma la situazione era talmente incandescente che "un suo sfogo avrebbe potuto imprimere al confronto tra centrodestra e capo dello Stato una brutta piega". Tra i rischi messi in conto dai diretti interessati (ma tenuti nel più stretto riserbo, ovviamente) c'è addirittura quello di "un rallentamento alla nascita del governo, riaprendo magari altri negoziati".

 

 

 

 

Sui nomi dei ministri, certo (la stessa meloni avrebbe ammesso, nel suo secondo incontro con il Capo dello Stato nel pomeriggio, che alcune caselle non erano state concordate con gli alleati), ma con qualche legittimo dubbio sulla tenuta in Parlamento dal punto di vista dei voti, anche considerato il precedente di Ignazio La Russa in Senato. "Ci ha pensato Mattarella a tagliare corto - rivela Breda -, dando un ritmo serrato al colloquio e limitandolo a un paio di domande. Siete uniti, nel vostro progetto di governo? E quale nome indicate per Palazzo Chigi? Incassate le risposte positive, la partita era chiusa".

 

 

 

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