Calenda insulta Meloni per il discorso: "Fuffa, noia mortale, chi mi ricorda"
Il primo a commentare il discorso alla Camera di Giorgia Meloni è il sempre puntualissimo Carlo Calenda. Il leader di Azione definisce l'intervento della premier "un'infinita lista della spesa condita con quintali di retorica ma nessuna traccia sul 'come' fare le cose. Nessuna scelta o idea di paese. È tutto un 'ma anche'. Sembrava un intervento di Conte, altro che rivoluzione sovranista. Una noia mortale".
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E ancora: "Altro che allarme democratico, qui c'è un concreto rischio di galleggiamento. Vaghi accenni su politica energetica, poco o nulla su scuola, cultura e sanità. Bene su RDC e posizionamento internazionale dell'Italia. Bella la parte sulle donne. Il resto è fuffa". Nel discorso la leader di Fratelli d'Italia smentisce gli attacchi di sinistra, precisando che "a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia per nessun regime totalitario a partire da quello fascista. E giudico le leggi razziali il punto più basso della nostra storia. I totalitarismi del 900 non meritano giustificazioni di sorta e non si compensano con altri orrori o crimini: nell'abisso no si pareggiano mai i conti, si precipita e basta".
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Polemica finita? Niente affatto. Anche su questo Calenda non si trova d'accordo, tanto che ironizza: "Abbiamo anche scoperto che così come Veltroni non era mai stato comunista la Meloni non è mai stata fascista. Mai che in questo paese si faccia un discorso serio sui percorsi politici personali o del proprio partito. Risolviamo sempre citando il Papa e il Made in Italy".