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Scontri, manganellate e colpe: non rigirate la frittata, chi sono i violenti

Iuri Maria Prado
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Forse è bene intendersi sulle manganellate di ieri agli "studenti" che "lottavano" per impedire che all'Università La Sapienza di Roma fosse presentato un libro "fascista", che secondo una certa impostazione significa qualsiasi libro privo della fascetta Bella Ciao. Anzi, è bene intendersi punto e basta, senza forse: se pure ne avessero data qualcuna di troppo (e nel caso dovranno essere presi provvedimenti), quei poliziotti erano lì perché era stata preannunciata un'iniziativa di contestazione violenta che infatti ha avuto luogo. 

Erano lì perché dei facinorosi intolleranti avevano la pretesa di impedire lo svolgimento di una iniziativa culturale sgradita, secondo un modulo molto caro alla sinistra violenta e tristemente noto nel Paese inclusivo e democratico che essa sistematicamente rappresenta, giustifica, assolve. Non era una dimostrazione pacifica e non aveva intendimenti accettabili visto che, se avesse avuto libero corso- come evidentemente sarebbe piaciuto a chi, da sinistra, non condanna l'accaduto avrebbe comportato il silenziamento, probabilmente a suon di botte, di un giornalista e di un parlamentare colpevoli di voler aprir bocca in un istituto universitario su cui reclama monopolio di parola l'antifascismo da centro sociale. 

Abbiamo passato due mesi di campagna elettorale e qualche settimana dal voto con la sinistra elevata a bastione democratico contro il pericolo fascista, e sono due mesi di assalti ai banchetti dei militanti di centrodestra, di comizi "dovranno sputare sangue", di insulti e scritte minacciose nei confronti di parlamentari del fronte avverso e, immancabili, di manifestazioni come quelle di ieri, col libro da bruciare e con l'autore da cacciare via. Piacerebbe che chi lamenta l'uso improprio dei manganelli da parte delle forze dell'ordine (si ripete: se c'è stato deve essere sanzionato) trovasse il tempo per dire chiaramente che il diritto stava dalla parte di quelli che volevano parlare, e che il torto stava dalla parte di quelli che volevano impedirglielo.

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