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Giorgia Meloni "pronta a farlo", terremoto in Parlamento

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"Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo". Però Giorgia Meloni ha "preso in considerazione l'ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili". Così il premier nonché leader di Fratelli d'Italia ha piegato a Bruno Vespa cos'è successo veramente nei giorni antecedenti alle consultazioni al Quirinale e al mandato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il conduttore di Porta a porta l'ha intervistata nel suo nuovo libro La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni, quasi un "instant book" sulla scalata politica della fondatrice di FdI. "Io ero andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perché i numeri avrebbero detto altro. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita", sottolinea con orgoglio Meloni.

"Perché amo parlare di 'Nazione' e non di 'Paese'? - aggiunge poi Meloni - Perché Paese è un luogo fisico, chiuso e delimitato, mentre la Nazione è un luogo dell'anima che tiene insieme cultura, identità, condivisione". Schietti anche i giudizi sugli alleati. Con Matteo Salvini "si è stabilito un rapporto nuovo e diverso, ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. Franchezza reciproca senza polemiche. Il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto". E a proposito di Silvio Berlusconi, riconosce: "Con lui c'è stata qualche incomprensione in più, figlia del passaggio di testimone".

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