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Meloni, la minaccia sul governo: "Mobilitazione", chi sfida il premier

Elisa Calessi
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«Non escludiamo nulla». Pensiamo «a forme creative di mobilitazione». La Cgil, e forse non solo la Cgil, si prepara a proclamare il primo sciopero contro la prima manovra del governo Meloni. Quello che il presidente del Consiglio sperava di evitare - piazze contro l'esecutivo - probabilmente si verificherà. Dopo un'intervista a La Stampa, in cui aveva bocciato su tutta la linea il testo dell'esecutivo, sostenendo che favoriva evasori e aumentava il precariato, ieri, a margine di un incontro sulla violenza contro le donne, il segretario generale della Cgilè è tornato sul tema: «La manovra secondo noi è sbagliata». In sostanza Corso Italia lamenta che non c'è stato «un luogo di confronto, né alcuna certezza che ci siano possibilità di modifiche, è evidente che dobbiamo pensare a qualsiasi iniziativa e, siccome i tempi sono molto stretti, pensare dobbiamo anche a forme creative di mobilitazione, per far conoscere la gravità di alcune scelte compiute, penso alla flat tax e ai voucher». Perché «chi paga questa manovra e questa logica è il mondo del lavoro», ha aggiunto. Landini ha poi annunciato che «nei prossimi giorni» si vedrà con i segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. «Domani abbiamo una riunione interna con i segretari generali di tutte le camere del lavoro e di tutte le categorie». Sulla base di questo primo punto,«nei prossimi giorni ci incontreremo» con Cisl e Uil «per valutare insieme a loro quali iniziative mettere in campo per portare a casa dei cambiamenti sulla legge di Bilancio. E soprattutto per portare a casa ciò che non c'è: l'idea di una riforma fiscale, di una riforma delle pensioni e del mercato del lavoro che sia degna di questo nome».

 

 

 

COSE DA CAMBIARE

La prima richiesta al governo, però, è di fondo, ossia «la disponibilità del governo a modificare la manovra». Quel «confronto sindacale», accusa Landini, che il governo si era ripromesso di fare ma che «a oggi non c'è stato». Richiesta che difficilmente sarà accolta, perché Meloni non è disposta a stravolgere l'impianto di base. E margini per fare altro non ce ne sono. Quanto alle cose da cambiare, Landini è tranchant: «C'è una emergenza salariale che la manovra non affronta». Durissima è anche la nota della segreteria della Cgil: la bozza della legge di Bilancio, si legge, «colpevolizza e colpisce i più poveri, accresce evitando di contrastare la precarietà, non riduce il divario di genere, premia gli evasori e, con la flat tax , aumenta l'iniquità del sistema fiscale,  non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale che sta impoverendo tutte le persone, riduce le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola ed il trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, non modifica la legge Fornero e cambia senza alcun confronto preventivo il meccanismo di indicizzazione delle pensioni».

 

 

 

EMERGENZA SALARI

Non si salvano nemmeno gli interventi sulle pensioni, tutti peggiorativi per il sindacato di Corso Italia. E anche «l'emergenza salariale non è affrontata», afferma ancora la Cgil, che giudica insufficiente il taglio del cuneo fiscale. Le misure fiscali? «Inico». La flat tax al 15% per le P.Iva fino a 85mila euro, smantella «la struttura progressiva del sistema fiscale» e «rafforza l'iniquità», visto che «dipendenti e pensionati» saranno «tassati il ​​doppio di coloro che hanno redditi tre volte superiori». Il primo sciopero contro il governo Meloni è quasi. Resta solo da capire se tutti i sindacati confederali saranno compatti. 

 

 

 

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