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Giorgia Meloni, la rivelazione di Sallusti: "Due parole che non sentivo da tempo"

Alessandro Sallusti
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Dicono le opposizioni che questa manovra economica dimentica i poveri e che rivedere i meccanismi del reddito di cittadinanza peggiorerà la loro situazione. Sono accuse innanzi tutto stupide perché è stupido pensare che un governo, qualsiasi governo, non provi con tutti i mezzi possibili a ridurre il disagio dei suoi cittadini, non ne avrebbe alcun vantaggio. Pensare che Giorgia Meloni e la sua squadra siano così masochisti e cinici, aldilà di considerazioni politiche ed etiche, è semplicemente incredibile. Quindi non è così, ma ciò non vuole dire che in effetti sui temi sociali ed economici qualche cosa di nuovo si intravveda nei primi passi di questo governo.

 

 

 

Mi hanno colpito in particolare due parole che la premier ha pronunciato più volte, parole che erano scomparse dal vocabolario della politica da anni tutto concentrato sui primi (i ricchi a cui dare la caccia) e sugli ultimi (i percettori di reddito). Le parole nuove sono: "classe media". Dopo anni di governi di sinistra che hanno trasformato lo Stato in una gigantesca Caritas, la novità è scommettere che la ripresa può arrivare solo da più libertà economiche e meno lacci burocratici a quella "classe media" che è poi la pancia del Paese. Per due motivi. Il primo è metterla in sicurezza, cioè evitare che scivoli verso il basso e vada a ingrossare le fila dei bisognosi di assistenza. Il secondo è che la stabilità della classe media coincide con la stabilità di un Paese da tutti i punti di vista.

 

 

 

Pensare quindi che il futuro del Paese dipenda dal futuro del reddito di cittadinanza è una enorme panzana utile solo ai Cinque Stelle per continuare a esistere. Già Aristotele sosteneva che "la comunità politica migliore è formata da cittadini della classe media", insomma rimettere al centro la vecchia e vituperata borghesia è una strada interessante e, avviso ai naviganti faziosi, una ricetta storicamente anti fascista. Io non sono contrario a occuparmi né di miliardari più o meno evasori né di poveri più o meno assistiti. Ma mi piacerebbe nei prossimi anni parlare un po' di noi, nel senso di avere finalmente un governo, come pare, che la smetta di considerarci il bancomat del Paese. 

 

 

 

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