Il 20 luglio scorso, prima del voto in Senato che porterà alle dimissioni del premier Mario Draghi, c'è stato un pranzo a Villa Grande a Roma tra Silvio Berlusconi e i suoi fedelissimi. Un pranzo a cui non ha partecipato Gianni Letta, storico consigliere del Cav, che è contrario alla crisi di governo. A rivelarlo nel libro Riscatti e ricatti è il giornalista Roberto Napoletano, di cui il Corriere della Sera pubblica un estratto. "È la foto dei partecipanti nel giorno del game over a Draghi durante la pausa pranzo alla riunione a Villa Grande, la nuova abitazione romana di Berlusconi", si legge. "Antonio Tajani, è sempre alla destra del Cavaliere e della sua compagna, Marta Fascina, dove non manca nessuno del centrodestra di governo, da Salvini alla Ronzulli, da Cesa a Lupi e tanti altri, c'è un'assenza vistosa che stranamente non viene segnalata dai cronisti della politica italiana così ghiotti di ogni fantasioso retroscena, ma evidentemente incapaci di guardare e raccontare la scena neppure quando parla da sola".
Forza Italia, Licia Ronzulli: "Terzo Polo? Noi non abbiamo paura"
"Non ho paura che Azione ed Italia Viva si stiano preparando a sostituire i voti di Forza Italia". Lo ha detto...L'assenza "davvero vistosa è quella di Gianni Letta, l'ombra di Berlusconi ovunque, suo storico sottosegretario a Palazzo Chigi in tutti i suoi governi, l'amico fidato e l'uomo che non è mai mancato nelle decisioni politiche e personali che contano del Cavaliere", scrive Napoletano. "Una fonte autorevole ben addentro alle vicende del centrodestra mi ha chiamato mentre la tv continuava a riprendere Villa Grande e la folla di partecipanti riunita attorno a Berlusconi. 'Hai capito che cade il governo, vero? Hai visto che Letta non c'è, non è stato convocato, e questo vuol dire che la decisione di Berlusconi è stata presa'. Vogliono sfruttare l'errore di Conte, è il succo del ragionamento".
Silvio Berlusconi e Renzi, "la telefonata anti-Meloni"
A che gioco sta giocando il Terzo polo? Una partita doppia: Carlo Calenda parla con Giorgia Meloni, mentre Matteo Renzi ..."Ho sentito Gianni Letta", conclude Napoletano, "e mi ha chiarito subito il giallo. Anzi, mi ha detto che non c'è nessun giallo: 'Ci eravamo già visti tante volte, l'ultima la sera prima. Di discussioni ne avevamo fatte tante e mi era parso chiaro che non tutti gradivano le mie osservazioni, le ragioni e i dubbi che prospettavo, e allora ho detto a Silvio: la mia posizione la conosci. Sai che sono contrario, contrarissimo alla crisi, e sai anche perché. Riflettici, riflettici seriamente. Pensaci ancora questa notte, e poi, se non ritieni che le mie valutazioni siano convincenti, e neppure i dubbi e i pericoli che ti ho prospettato, allora è inutile che venga'". E così è stato.