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Piantedosi, agenti cinesi in Italia: "Non escludo sanzioni"

 Matteo Piantedosi  

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Le stazioni di polizia "segrete" in Italia sono diventate un caso. Un caso su cui adesso il Viminale ha acceso i fari. E a parlarne è il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. "Sono tuttora in corso approfondimenti su Milano, Roma, Bolzano, Venezia e Firenze ma non risultano, al momento, cosiddetti centri servizi analoghi a quello di Prato, né a Roma, Firenze, Venezia e Bolzano", ha affermato il titolare del Viminale. Le presunte undici stazioni di polizia cinese in Italia segnalate dal report della Ong spagnola Safeguard Defendrer avrebbero il compito di monitorare la popolazione cinese, costringendo i dissidenti al rimpatrio.

"Dagli accertamenti esperiti dal Dipartimento della pubblica sicurezza, non risulta alcuna autorizzazione da parte delle articolazioni centrali e periferiche del medesimo Dipartimento in ordine all’attività dei centri in questione, pur tuttavia ho dato mandato di esperire immediatamente ogni ulteriore indagine amministrativa al fine di verificare se non vi siano eventuali provvedimenti abilitativi a qualunque altro titolo", ha spiegato il ministro cercando di far luce su questa vicenda che ha fatto parecchio discutere.

Infine ha aggiunto: "Assicuro che le Forze di polizia, in costante raccordo col Comparto di intelligence, hanno in corso un monitoraggio di massima attenzione sulla questione di cui trattasi e che seguirò personalmente gli sviluppi di tali approfondimenti non escludendo provvedimenti sanzionatori in caso di illegalità". Insomma come ha affermato lo stesso ministro non è possibile escludere "sanzioni". Si aprirà un braccio di ferro diplomatico con Pechino?

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