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Conte si scatena in aula contro Meloni: "Grazie, senza labiale"

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Giuseppe Conte si è scagliato contro Giorgia Meloni. Già dall’incipit è apparso chiaro che quello del leader del Movimento 5 Stelle sarebbe stato un intervento duro: “Se gentilmente il presidente vorrà riservare la stessa attenzione che per tre anni ho riservato ai suoi interventi, anche se qualche volta con contumelie... Grazie, senza labiale…”. Insomma, è stata subito polemica nei confronti della Meloni, che è andata in aula alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre. 

“Solo pochi mesi fa - ha attaccato Conte - dichiaravate ‘siamo pronti’, oggi ci venite a dire che avete avuto poco tempo per la manovra di bilancio. Oggi ha coniato un nuovo slogan ‘Più Italia in Europa', ma la pacchia è finita per lei e per queste bugie. Lei sta confezionando la manovra di bilancio più recessiva degli ultimi anni Vi accanite contro i fragili e impoverite il ceto medio”. E ancora: “State lavorando in modo scientifico per arricchire sempre di più i ricchi, per loro state stendendo tappeti rossi. Il buon Natale e felice 2023 lei lo sta augurando solo a pochi privilegiati, evasori e corrotti. Per i pensionati avete previsto solo un aumento di 8 euro, è una vergogna. Avete sempre detto ‘siamo pronti', ma per cosa? M5s contrasterà tutto questo per restituire al nostro Paese l'ambizione", ha concluso”. 

Inoltre Conte ha tirato in ballo il Mes e ricordato un episodio del recente passato: “Insieme a Salvini mi avete rivolto l'infamante accusa di alto tradimento nel periodo più duro della pandemia, quando mi avete accusato di aver sottoscritto la riforma del trattato del Mes nottetempo senza informare gli italiani. Quella notizia era falsa, un ignobile tentativo di fomentare odio e ribellione sociale. Oggi siamo alla nemesi della storia, è il momento della verità. Vi siete rifugiati sin qui dietro il pronunciamento della Corte costituzionale tedesca, un sovranismo da operetta. Adesso dovrete scegliere se respingere la ratifica della riforma del trattato del Mes o continuare nella vostra storica posizione”. 

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