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Umberto Bossi rischia di sfasciare la Lega: cosa sta succedendo

Fabio Rubini
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Matteo Salvini minimizza, parla di «scissione dell'atomo» e probabilmente ha ragione. Il problema è che l'atomo in questione porta il nome di Umberto Bossi, il Capo storico, il fondatore della Lega. Che pare essersi messo in testa di spaccarla, la sua creatura. La stessa che dieci anni fa, in quella che è passata alla storia come la "Notte delle scope", aveva deciso di difendere fino al sacrificio estremo, lasciando il suo posto di segretario federale a Roberto Maroni, proprio per evitare una spaccatura interna.

Dieci anni dopo le cose sembrano essere cambiate e il Senatùr, a 81 anni, si è messo a capo di una corrente, il "Comitato Nord", che inizialmente aveva lo scopo di risvegliare le istanze della questione settentrionale, un po' sparite nella nuova Lega nazionale di Matteo Salvini, ma che strada facendo sembra sempre di più assumere le sembianze di un partito concorrente. Il giocattolo, insomma, sembra essergli sfuggito di mano. Dopo l'incontro a Giovenzano dello scorso 3 dicembre, coronato da una discreta presenza di simpatizzanti, il Comitato non ha avuto il successo sperato nei congressi provinciali lombardi del Carroccio. Ed è lì che qualcosa si è rotto, con quattro consiglieri regionali che decidono una fuga in avanti, uscendo dal gruppo della Lega al Pirellone per fondarne uno nuovo, chiamandolo "Comitato Nord".

 

 

DICHIARAZIONE DI GUERRA

Una vera e propria dichiarazione di guerra a Salvini, che infatti li ha espulsi tutti su due piedi, proprio come faceva ai bei tempi l'Umberto, che al solo sentir nominare la parola "corrente" roteava lo spadone di Alberto da Giussano e tagliava teste come un re del Medioevo. Nei giorni successivi Bossi pare abbia provato a convincere Salvini a tornare sui suoi passi. Inutilmente. Si arriva così al colpo di scena di ieri quando, in una sonnacchiosa mattinata scandita dalla cantilena delle votazioni del bilancio regionale, l'Umberto si presenta al Pirellone per tenere a battesimo il gruppo che si era costituito il giorno prima. Al suo fianco i due colonnelli del Comitato Nord, l'europarlamentare Angelo Ciocca e l'ex deputato Paolo Grimoldi e i quattro consiglieri, Roberto Mura, Federico Lena, Antonello Formenti e Max bastoni.

 

 

 

IL BLITZ IN REGIONE

Venuto a conoscenza della visita del Senatùr, il governatore Attilio Fontana lascia Palazzo Lombardia per andare a salutare il suo vecchio amico. I due si siedono attorno a un tavolo e iniziano a parlare. La richiesta di Bossi a Fontana è «chiara e inequivocabile», come recita un comunicato: «farsi parte attiva con gli alleati di coalizione al fine di riconoscere il Comitato Nord come lista all'interno della coalizione di Centrodestra». Fontana ascolta, abbozza, assicura che «riferirà», ma in cuor suo sa bene che la richiesta di Bossi verrà respinta al mittente. Infatti alla rassicurazione che «mi farò promotore con la coalizione della necessità di accogliere anche loro», non nasconde che «la strada mi pare stretta». Anzi, sbarrata.

Matteo Salvini di liste alternative alla Lega non vuol nemmeno sentirne parlare: «Io mi occupo della manovra. Di liste e di fuoriusciti se ne occuperà Fabrizio Cecchetti». E ancora: «Scissione nella Lega? Sì, dell'atomo... la Lega è assolutamente in forze. Sono quattro anni che pronosticate la mia dipartita, così mi allungate la vita». Tradotto: la Lega non darà mai il via libera a liste autonome dei bossiani. E non potrebbe essere altrimenti. E un discorso analogo starebbe facendo anche la Lista civica di Fontana, che non vedrebbe di buon occhio rari, l'inserimento dei bossiani. Chiamato in causa, il coordinatore regionale del Carroccio Cecchetti, non lascia spazio a dubbi: «I fuoriusciti hanno fatto una scelta, noi guardiamo avanti». In serata c'è spazio anche per un mezzo giallo. Nell'incontro al Pirellone Bossi si è lamentato di non riuscire a parlare con Salvini. A un certo punto avrebbe anche detto: «Non è un uomo, è un bambino». Frase poi smentita da Mura. Pronta la replica del nuovo Capo: «Nel limite del possibile rispondo a tutti. Io un bambino? Lo prendo come un complimento, sono un eterno Peter Pan. Per il resto a me interessa che la Lega vinca in Lombardia». Che succederà ora? Un ipotesi è che, una volta respinti dal centrodestra, i bossiani possano accasarsi con la Moratti e il Terzo polo. Ma davvero Umberto Bossi arriverà al punto di spaccare la sua creatura? 

 

 

 

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