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Meloni e il partito unico, le parole pesantissime di Fazzolari

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L'Opa di Giorgia Meloni sul centrodestra. Non ostile, ma pur sempre un'Opa. E' Giovanbattista Fazzolari, braccio destro della premier e sottosegretario all'Attuazione del programma, a dirlo chiaro e tondo in una intervista al Corriere della Sera: "Il partito unico non è in campo. C'è già quello conservatore: Fratelli d'Italia". Tradotto: sondaggi in mano, FdI si candida a diventare il partito egemone della coalizione anche negli anni a venire. E gli alleati dovranno, in qualche modo, adeguare la loro proposta.

Fazzolari parte con una stoccata al Pd sullo spoils system: "Ci accusa una sinistra e chi la sostiene, e si capisce perché: ormai l'opposizione del Pd non consiste più nel portare avanti battaglie sociali, ma nel difendere un sistema di potere che è il senso della loro esistenza. L'esempio delle proteste per la sostituzione di Legnini a commissario sul terremoto è illuminante: era il candidato bocciato alla presidenza dell'Abruzzo del Pd, ora sarebbe un 'tecnico'? Riteniamo che d'ora in poi a metterci la faccia debba essere questo governo: Castelli, ex sindaco di Ascoli, è la persona giusta". Il messaggio degli elettori è chiaro, spiega il meloniano: "Vogliono che il Paese cambi. Lo hanno fatto via via premiando la novità Berlusconi, poi la novità Renzi, poi la Lega, poi il M5s... Si vuole una rottura con lo status quo. Ora hanno chiesto a noi 'fate qualcosa', non con un voto di protesta ma premiando un partito che si presenta senza facili promesse ma con un progetto e una visione. Non ci possono essere mezze misure".

Anche per questo il governo è andato avanti come un Bulldozer sul reddito di cittadinanza: "Dove sta scritto che lo Stato debba farsi carico a vita di chi non lavora? Non parlo di chi non può - ultrasessantenni, inabili - o di chi comunque deve mantenere figli minorenni che non hanno colpe. Parlo di chi può lavorare: nemmeno Grillo immaginava un reddito a vita". Quindi le aperture all'opposizione sulle riforme a partire dal presidenzialismo ("Noi siamo disponibili al dialogo ma senza perdere tempo. Entro fine gennaio si capirà se ci stanno. Altrimenti noi partiamo") e infine la rivendicazione, appunto, del ruolo di Fratelli d'Italia: "Il partito unico non c'è, non è in campo. Abbiamo già un grande partito conservatore: FdI. E anche qui, la grande intuizione è stata quella di non fare asse con i partiti antieuropeisti, ma di guidare i conservatori e oggi possiamo davvero fare una rivoluzione in Europa: un patto con il Ppe, che spezzi la dannosa alleanza Ppe-Pse". E' il "piano 2024" della Meloni, ma guarda già un po' più in  là.

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