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Giorgia Meloni, l'ira del premier: "Basta sminuire nostri eroi"

Francesco Storace
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Questa volta Giorgia Meloni si è arrabbiata sul serio e ha vergato una nota durissima. Perché in troppi hanno tentato di mettere in dubbio la bontà dell'operazione giudiziaria che ha portato alla cattura di Matteo Messina Denaro. Sono i complottisti, i no-Stato, quelli che dubitano sempre, che dietro le spalle hanno politici e intellettuali di sinistra pronti a soffiare sul fuoco. La lotta alla mafia non può ammettere zone d'ombra, né minimizzazioni, ha mandato a dire la premier senza per ora dire chi ha scatenato la sua reazione.

 


Perché c'è chi ferisce anche con la parola, e chissà che non si sia trattato di Roberto Saviano, con la sua faziosa insistenza su un governo mafioso. O l'ex pm Scarpinato, diventato ora senatore dei Cinque stelle, che pronuncia frasi decisamente indigeribili ogni volta che apre bocca.

NON C'È DA SCHERZARE 
Ma alla polemica diretta contro Tizio o Caio, la Meloni ha preferito firmare una nota che è un alert, per zittire i complottisti e invitare invece tutti ad essere felici per l'arresto del boss. Invece ci sono pure quelli che ci scherzano sopra, quelli che inviano i meme sulla rete... Ma come ha detto in tv il deputato di Fdi Giovanni Donzelli non si può ridere sulla cattura di un criminale, «un infame che ha sciolto nell'acido un bambino e con una strage ne ha uccisi altri», come si fa a farci ironia... E per questo la premier ha dovuto puntualizzare anche sulla presunta trattativa con i mafiosi. Se tutto fosse così facile, perché sono morti tantissimi eroi che contrastavano le cosche? Colpisce quel richiamo della Meloni, pubblicato su facebook con la foto di un milite Caduto. «Il suo nome era Filippo Salvi ed è il Maresciallo dei Carabinieri al quale i colleghi hanno dedicato l'arresto del boss Messina Denaro. Filippo aveva 36 anni ed era molto legato al suo lavoro, quando - nel 2007 morì durante un'indagine proprio per cercare di arrivare al boss». E ne ha, la premier, per chi prova a cancellare quel lavoro, i no-Stato perennemente all'opera. Trattativa, dicono... ma «quando si tenta di sminuire il lavoro dei tanti uomini e donne che ogni giorno, con coraggio e spirito di abnegazione, dedicano la loro vita alla lotta alla criminalità organizzata, si infanga anche la memoria di eroi silenziosi come Filippo».

 

No, non ci si può permettere l'insinuazione, aggiunge la presidente del Consiglio: «Noi non vogliamo dimenticare il suo sacrificio e quello di tanti italiani che hanno dato la loro stessa vita per un'Italia senza la mafia. Nel loro ricordo, continuerà la battaglia per estirpare la criminalità organizzata».

GIOCO PERICOLOSO 
Dispiace a qualcuno? Domanda d'obbligo, diventa davvero inaccettabile che si possa impunemente offendere il lavoro di poliziotti, carabinieri, magistrati a cui da decenni si affida l'impresa di snidare le cosche mafiose in Sicilia e ovunque si rifugino. Occorre avere invece il coraggio - ancor prima: la coscienza - di spazzare via complotti e dietrologie. All'arresto di Messina Denaro si è giunti grazie ad un lavoro meticoloso degli inquirenti addirittura sulle cartelle cliniche. Non è stato lasciato da parte alcun dettaglio e il risultato tanto atteso è finalmente arrivato. Sperticarsi in congetture in un momento così importante fa solo il gioco di chi vuole delegittimare lo Stato e la sua guerra alla mafia

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