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Marco Rizzo fatto fuori dai comunisti

 Marco Rizzo

Salvatore Dama
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Salvate il compagno Marco Rizzo dai comunisti. Che lo hanno fatto fuori. Anche se lui dice che non è andata così: «E' stata una mia scelta». Quella, cioè, di cedere la guida del Pc. Ne dà notizia un comunicato del partito. In cui non si spiega nulla, come da gloriosa tradizione di trasparenza (sì, c’è dell’ironia). Ma si dà atto del passaggio di consegne al vertice dei comunisti italiani. Al posto di Rizzo ora siede Alberto Lombardo, docente dell’Università di Palermo.

Marco, tra i fondatori di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, parlamentare tra il ’94 e il 2009, avrà la carica di “presidente onorario”. Figura che manco esisteva nello statuto. E che evoca ciabatte, copertina di flanella, un camino acceso e uno stuolo di nipoti a cui raccontare gli anni d’oro di baffone.

Però non è così. E dopo vediamo come stanno le cose. Intanto un po’ di precisazioni. Perché quando ci si infila nella giungla della sinistra radicale, la confusione, per chi non frequenta, è totale. Ci sono due Partiti Comunisti. Uno è “Il” Partito comunista, quello guidato da Rizzo. Ma poi, se googli, ne esce anche un altro: il Partito Comunista italiano. Guidato da Mauro Alboresi. E guai a fare confusione.

 

 

LE POLEMICHE - I “rizziani” alle ultime elezioni politiche si sono presentati con Italia Sovrana e Popolare. Ottenendo 348mila voti alla Camera, l’1,24 per cento. Era una sorta di cartello trasversale. Dove, fianco a fianco, si sono candidati sovranità e comunisti. Il front man era Francesco Toscano, leader di Ancora Italia. Poi c’era Rizzo con Pc e un’altra sigla: Ancora Italia.
Forse era così. Perché qui si entra nella politica molecolare e ci vuole una laurea specifica per capire. E per scriverne. Ora pare che dopo le elezioni questa trinità si sia sfaldata. Ma già prima delle urne c’erano state polemiche interne. Tanto chela Federazione milanese del Pc, già a luglio, aveva fatto circolare la notizia dell’espulsione di Rizzo. Era solo una purga provocatoria.

Insomma quel che rimane, al netto delle scissioni, di Italia Sovrana e Popolare sembra abbia dato vita a un partito unico. Si chiama: «Ancora Italia Sovrana Popolare». Laddove quel “Ancora” va interpretato. Va letto in senso stentoreo o alzando gli occhi al cielo? 

 

 

La presidente di AISP, praticamente un codice fiscale, è l’ex senatrice grillina Bianca Laura Granato, il segretario nazionale è Toscano. E, pare di capire, sarà questo il luogo politico dove Rizzo continuerà a fare la sua attività. E' stata lanciata la campagna di tesseramento. E il 4 febbraio si terrà il congresso regionale del Lazio. Interessante la location scelta: il “Black hotel”. A conferma dello spirito del tempo. E qui arriviamo alla non-trombatura di Rizzo. Che, interpellato, spiega di aver scelto personalmente il suo successore: «Dopo un po’ di anni è giusto che ci sia un avvicendamento. Non c’è stata nessuna epurazione». La minoranza del Partito comunista, sottolinea Rizzo, si è pure opposta: «Ha votato contro questa scelta in dissenso dalla mia linea». Perché, diciamolo, il Pc non è un soviet.

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