Cerca
Logo
Cerca
+

Quarta Repubblica, Nordio: "Venero la magistratura. Ma tra amanti..."

  • a
  • a
  • a

“Le intercettazioni per quanto riguarda i fenomeni di terrorismo e di mafia, non saranno minimamente toccate". Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, incassata la "fiducia" incondizionata della premier Giorgia Meloni, mette la parola fine alle polemiche che lo hanno travolto. Il Guardasigilli, intervistato da Nicola Porro durante il suo programma “Quarta Repubblica” (Rete 4) dopo aver confessato la sua "venerazione nei confronti della magistratura" ("i dissensi derivano dal fatto che il dissenso tra amanti è un’integrazione dell’amore"), puntualizza che le intercettazioni resteranno "anche per i cosiddetti reati ‘satellite’ cioè quelli che possono essere delle spie dei fenomeni mafiosi e terroristici non vi saranno delle sostanziali modifiche. Parlo di corruzione o falsa fatturazione verso operazioni inesistenti per le quali si creano fondi neri. Queste sono tutte operazioni per le quali le indagini possono condurre alla mafia". 

 

Nordio fa l'esempio della cattura del boss superlatitante: “Su Matteo Messina Denaro quelle intercettazioni sono servite per capire come si muovono queste persone e sono indispensabili, non sono finite sui giornali perché non sono prove ma fonte di ricerca per la prova". E qui precisa: "Il punto sul quale noi vogliamo intervenire per essere chiari, come ha detto la presidente Meloni, è sull’abuso di queste intercettazioni e sul fatto che molte di queste intercettazioni finiscono sui giornali". E per il ministro non è certo colpa dei giornalisti: “Se le intercettazioni finiscono sui giornali non è certo colpa dei giornalisti. Nel 1997, nel mio libro “Giustizia”, c’era già un capitolo intitolato ‘Non sparate sul cronista’. Cosa vuol dire? Che quando le intercettazioni vengono pubblicate sui giornali la colpa non è di chi le pubblica, che fa il suo mestiere, la colpa è di chi non tutela il segreto istruttorio che dovrebbe impedirne la diffusione”.

 

Il Guardasigilli parla poi di civilità. A proposito dell'arresto del boss ci tiene a dire che “non mettere le manette a Messina Denaro è stato un gesto di grandissima civiltà, se non c’è pericolo di fuga non si vede il motivo di un’ulteriore umiliazione”. A proposito di giustizia invece promette di portarla "a un livello di efficienza, rendere la giustizia più vicina al cittadino”. E a questo proposito annuncia: "Siamo lavorando al fatto, per esempio, che se un cittadino deve chiedere un certificato penale invece di recarsi all’ufficio giudiziario, che magari sta a 50 chilometri di distanza, va all’ufficio postale. Lo faremo da lunedì, entrerà in vigore con un progetto che è di una modernizzazione assoluta" ha annunciato il ministro Nordio.

 

Dai blog