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Diplomazia assente: serve un mediatore tra Roma e Parigi

Macron

Giancarlo Mazzuca
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Qui ci vorrebbe davvero un nuovo cardinal Mazzarino, abruzzese di nascita e primo ministro di Luigi XIV, per ripristinare buoni rapporti tra Italia e Francia perché, anche dopo i primi cento giorni di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, continuiamo a registrare una specie di offensiva transalpina con Macron in prima linea. Gli esempi ormai si sprecano, a cominciare dalla levata di scudi contro le nostre “pretese” di far sbarcare navi Ong cariche di immigrati anche sulle coste dei nostri presunti “cugini”. Una levata di scudi a cui è subito seguito lo schiaffo dell’Eliseo che, provocando le giuste rimostranze della nostra premier, ha escluso l’Italia dal vertice sotto la torre Eiffel con Zelensky e con il tedesco Scholz.



Speravamo che, tra Roma e Parigi, tutto fosse stato chiarito nel successivo summit di Bruxelles, a cui aveva partecipato pure la Meloni, tanto più che Giorgia sarà presente anche alla prossima conferenza di Monaco di Baviera sulla sicurezza assieme allo stesso Macron, al cancelliere tedesco e all’americana Kamala Harris. Ma, ancora una volta, ci eravamo sbagliati perché gli “j’accuse“ nei nostri confronti stanno continuando: l’ultimo esempio è di questi giorni con le autorità francesi - come riporta Le Figaro- che s’interrogano sul ruolo avuto dall’Italia nella escalation del numero degli stranieri minorenni (circa cinquemila nel 2022 contro i 174 del 2014) che sono entrati clandestinamente Oltralpe.

 

E il capo dei Républicains, Eric Ciotti, arriva a parlare di un vero e proprio “effetto Meloni” sul fronte degli immigrati. Insomma, incredibile a dirsi, dopo essere stati sommersi per decenni dalla valanga di quelli che una volta chiamavamo “vu’ cumprà“ perché tutti i nostri presunti alleati avevano sempre voltato le spalle, ora siamo addirittura accusati di essere noi i veri “furbetti”. Ecco perché, dopo gli ultimi impegni sul tema presi dall’Unione Europea grazie ai pressanti inviti del nostro governo, è molto importante che, alle parole, seguano finalmente i fatti. Siamo stati “cornuti e mazziati” per troppo tempo sull’emergenza-immigrati: ora, anche se a Parigi non c’è più un cardinal Mazzarino (e neppure Richelieu), è giunto davvero il momento di voltare pagina. Alla faccia di Macron e dei suoi cortigiani. 

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