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Meloni a Kiev, il retroscena sui caccia: la prossima mossa del governo?

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Potrebbero essere cinque i caccia che il governo italiano deciderà di inviare a Kiev in futuro. Si tratterebbe di un numero già vagliato con attenzione e in via riservata dai vertici dell'esecutivo, secondo quanto riporta Repubblica. Tuttavia, pare che l'invio di queste forniture da parte dell'Italia possa avvenire solo se il nostro Paese non sarà tra i primi della lista dei "contributori". L'apertura italiana - scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari - dovrebbe arrivare già nelle prossime ore, quando Giorgia Meloni incontrerà Volodymyr Zelensky e la stampa nella capitale ucraina.

 

 

 

La premier, insomma, non si opporrà se l'Occidente dovesse decidere di fare questo passo, ma sceglierà di seguire la scia degli aiuti verso Kiev. Dunque, se altri Paesi dovessero davvero procedere con le prime spedizioni, allora l'Italia potrebbe accodarsi. È escluso, però, che conceda i propri Eurofighter o gli F-35. Il governo potrebbe orientarsi sugli Amx o sui Tornado. L'invio dei caccia, inoltre, potrebbe essere preceduto dall'addestramento dei piloti ucraini.

 

 

 

 Nel frattempo, la Meloni starebbe ragionando anche su un altro fronte, quello della ricostruzione post-bellica. Anche se il ruolo dominante lo svolgeranno gli Stati Uniti, in Europa invece sembra che la principale antagonista per l'Italia sia la Francia. Per bruciare Macron sul tempo, la leader di Fratelli d'Italia, secondo Repubblica, lancerà nelle prossime ore l'idea di una conferenza internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina, che l'Italia intende ospitare. Meloni, poi, sfrutterà l'imminente visita a Kiev anche per ribadire a Zelensky la vicinanza del governo italiano alla causa ucraina e la sua posizione "al fianco della Nato e degli Stati Uniti". Un modo per mantenere e rafforzare la collocazione italiana nell'alleanza atlantica.

 

 

 

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