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Conte, "Meloni matrigna". Sallusti lo zittisce con un gesto

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"La matrigna ce l'abbiamo in casa: è Giorgia Meloni". Giuseppe Conte, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, usa l'arma della ironia (discutibile) per commentare l'operato della premier. "Qual è il difetto della presidente del Consiglio?", gli chiede Floris. "Io ho l'impressione che siamo tornati a un governo tecnico - risponde l'ex premier, oggi capo politico del Movimento 5 Stelle e di fatto vero leader dell'opposizione -. Io  mi pongo qui nei panni di un elettore di destra che ha votato la Meloni. Finalmente, governi tecnici, Draghi, non ne possiamo più... Governo politico, ce l'ha detto e ripetuto, batterà i pugni, i patrioti, difenderemo l'interesse nazionale... Scusate, ma non era l'Europa cattiva matrigna? Qua mi sa che la matrigna ce l'abbiamo in casa. Addirittura abbiamo fatto una manovra di austerity che neppure ci hanno chiesto, il Patto di stabilità e crescita era sospeso fino all'anno prossimo".

 

 

 

 

"Se mi permette presidente - gli risponde Alessandro Sallusti, direttore di Libero, in collegamento da Milano -, più che un governo tecnico questo è un governo eletto, cosa che non succedeva in Italia da 12 anni. Si chiama democrazia. Giorgia Meloni è di destra e lei no, e quindi le vostre idee non coincidono. Qual è la differenza? E' che la Meloni ha vinto le elezioni, e non è una differenza secondaria".

 

Sallusti contro Conte, guarda il video di DiMartedì

 

"A me non risulta che la premier abbia intenzione di abolire i sussidi sociali, financo il reddito di cittadinanza, e quelli all'edilizia (il Superbonus, ndr) - prosegue Sallusti -. Ha un'altra intenzione, far calare nel reale questi provvedimenti, renderli compatibili con le finanze, efficienti ed etici, meno furbi su tutti i fronti. Ci riuscirà? Vedremo, ma è un suo diritto".  "Se avessi avuto il coraggio della Meloni noi saremmo un Paese disastrato, non ci saremmo più ripresi per 10 anni", rivendica ancora Conte, e Sallusti lo zittisce con il gesto della mano: "Quasi quasi...".

 

 

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