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Elly Schlein, Marcello Sorgi: "La domanda e... gira il volto dall'altra parte"

Marcello Sorgi

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Nonostante l'elezione di Elly Schlein a segretaria, il Pd vive una situazione anomala al suo interno. Lo spiega Marcello Sorgi in un editoriale su La Stampa: "Non ha una classica maggioranza e minoranza, ma due maggioranze diverse che cercano inutilmente l’unità". Lo dimostrerebbe l'ultima scelta della Schlein, quella di rimuovere i capigruppo alla Camera e al Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, per sostituirle "con Boccia, il capo del comitato della sua mozione, e Braga sua amica personale ed esponente della forte corrente di Franceschini", sottolinea Sorgi.

 

 

 

L'editorialista, poi, continua: "Se si chiede a Schlein se ha voluto fare l’accordo con l’ex-ministro della Cultura vincitore di tutti i congressi, lei risponderà sdegnata che mai e poi mai si piegherebbe al gioco correntizio che ha promesso di cancellare nel corso della sua opera di rinnovamento". E ancora: "E se le si domanda se ci sia la sua mano dietro la nascita della nuova corrente degli ex-lettiani, rinominatisi “neo-ulivisti”, che hanno spaccato il fronte dei bonacciniani rendendo più facile l’elezione dei candidati della nuova leader, girerà il volto dall’altra parte".

 

 

 

Sulla nascita di questa corrente, comunque, ci sarebbero davvero dei dubbi: non è chiaro se sia stata favorita da Schlein o da Bonaccini, il quale in questo modo si sarebbe liberato del fardello di un gruppo diviso, che avrebbe solo intralciato la segretaria appena eletta.

 

 

 

 

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