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Il Pd e gli ecoteppisti? Giù la maschera: la svolta da centro sociale

Fausto Carioti
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Impossibile sapere adesso se il disegno di legge contro gli adepti della setta di Greta Thunberg dediti all’imbrattamento dei monumenti, approvato ieri dal consiglio dei ministri, basterà a frenare la loro idiozia. Le nuove multe da 20 a 60mila euro, i cui proventi serviranno alla riparazione dei danni, che si aggiungono alle sanzioni penali già in vigore, funzionerebbero con individui razionali, ma gli ecotalebani appartengono ad un’altra categoria, e la perenne gravidanza della madre degli imbecilli è cosa nota.

L’impressione è che bisognerà punirne qualcuno come si deve, e dunque recapitare il messaggio che lo Stato fa sul serio, per riuscire, forse, ad educare tutti i bimbiminkia in questione. Un risultato, però, la proposta di legge del governo l’ha già ottenuto: mostra agli italiani con chi sta il partito di Elly Schlein. Sta con i peggiori, ma non era scontato: sono passate solo tre settimane da quando il sindaco di Firenze, Dario Nardella, si è avventato su uno di loro, intento a sporcare le mura di Palazzo Vecchio. Un gesto che autorizzava a sperare che non tutto il Pd avesse mandato il cervello all’ammasso.

 


Speranza mal riposta. Il disegno di legge non era ancora stato approvato dal governo che i parlamentari piddini si erano già schierati a testuggine. «Populismo penale più bieco» (Debora Serracchiani); «Siamo al grottesco» (Simona Malpezzi); «La risposta alle ragioni di una generazione sulla questione ambientale non si può sostanziare in repressione e manganello. Servono ascolto, attenzione e atti concreti in risposta agli interrogativi che vengono posti» (Vincenza Rando); «La maggioranza inventa ogni giorno nuovi reati a costo zero» (Irene Manzi). Tra gli stupratori di monumenti e Nardella, il partito della Schlein ha scelto i primi.

CATTIVI MAESTRI
Gli esponenti del Pd fanno notare che una legge esiste già, ed è vero: è quella introdotta nel 2022 su spinta del ministro Dario Franceschini e votata da tutto il parlamento. Punisce il danneggiamento e l’imbrattamento dei beni culturali con la reclusione da 2 a 5 anni e con la multa da 2.500 a 15.000 euro. E siccome quei comportamenti sono già sanzionati, il coro del Nazareno dice che introdurre una nuova legge è solo propaganda.

Però non è un buon argomento, tirato fuori da loro. Perché la stessa cosa che contestano al disegno di legge contro gli ecovandali la fa il ddl Zan, la loro bandiera, il motivo per cui la Schlein ha appena nominato il deputato che l’ha scritta responsabile del settore “Diritti” del Pd. Anche in quel caso, infatti, le leggi esistono già: le norme sui delitti contro la vita, contro l’incolumità personale, contro l’onore (come la diffamazione), contro la personalità individuale (come il sequestro di persona o la violenza sessuale) e contro la libertà morale (come la violenza privata, la minaccia e gli atti persecutori) valgono per tutte le vittime, qualunque sia il loro genere e il loro orientamento sessuale. Come è ovvio che sia.

Chi difende il ddl Zan sostenendo che esso copre un vuoto normativo, insomma, mente: esso non fa altro che aggravare le punizioni già previste, nel caso in cui la vittima sia stata offesa «per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere». Ma se punire di più il reato ai danni di un omosessuale rispetto a quello ai danni di un eterosessuale lede il principio di uguaglianza tra gli individui, il rafforzamento della difesa delle opere d’arte non discrimina nessuno, giacché esse sono di tutti. $ evidente, però, che la preoccupazione del Partito democratico è quella opposta: non proteggere i monumenti dagli isterici ecocatastrofisti, ma mettere questi ultimi al riparo da una legge che li costringerà a pagare per i danni commessi. In fondo, quando ci saranno le elezioni, è anche a loro e ai loro seguaci che la Schlein dovrà chiedere il voto.

 

 

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