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Calderoli contro il ballottaggio: "Togliamolo, non ha più senso"

Roberto Calderoli

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Calderoli si scaglia contro il "ballottaggio" e la sinistra si infuria. "A mio modo di vedere, il meccanismo del ballottaggio non ha più senso di esistere, perché c’è un evidente rischio di distorsione della volontà popolare". Si spiega meglio il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: "L’esempio più recente ed eclatante è quello di Udine: non solo il ballottaggio ha completamente ribaltato l’esito del primo turno, che vedeva Fontanini in netto vantaggio rispetto a tutti gli altri candidati, ma addirittura il nuovo sindaco è stato eletto al secondo turno con un migliaio di voti assoluti in meno rispetto a quelli raccolti da Fontanini al primo turno", aggiunge Roberto Calderoli. 

 

 

Che si chiede: "Come può avere senso un sistema simile, dove il vincitore ha raccolto meno voti dello sconfitto? Senza contare poi il classico 'mercato delle vacche' che va in scena tra un turno e l’altro, in barba alla volontà dei cittadini. È evidente", conclude il ministro, "che qualcosa non funziona, il 
ballottaggio dev’essere messo in discussione". 

E il Pd insorge contro quello che ha già definito il nuovo Porcellum. "È un pugno in faccia" all’avvio di un qualunque confronto sulle riforme, dice Alessandro Alfieri, responsabile Riforme e Pnrr della segreteria Schlein. "Se parti con una cosa così divisiva, la volontà di dialogo allora è tutta una finta... Così al tavolo nemmeno ci sediamo. E aggiungo che anche le altre opposizioni sono contrarie" a cambiare la legge dei sindaci. Lo conferma Filippo Zaratti, capogruppo Avs in Affari Costituzionali alla Camera: "Alla destra evidentemente piacciono solo le leggi elettorali che li mettono nelle migliori condizioni per vincere".

 

 

Nelle scorse settimane Pd, Verdi-Sinistra, M5S e Terzo Polo si erano schierati insieme al Senato per stoppare un emendamento presentato da Lega, Fi e FdI per eliminare i ballottaggi nei comuni sopra i 15mila abitanti se un candidato sindaco raggiunge almeno il 40% dei voti. "Faremo le barricate", era stato il commento di Barbara Floridia. Anche Schlein ha parlato della questione ieri in Direzione: "Ho sentito dichiarazioni scomposte da parte della maggioranza. Noi ci opporremmo compattamente all’idea di abbassare la soglia per il secondo turno delle amministrative". I dem respingono l’idea di modificare la legge dei comuni per due motivi. Il primo è che si tratta della "legge che ha funzionato meglio in questi anni, garantendo l’alternanza". Il secondo è che «si vuole stravolgere una legge che funziona sperando di ricavarne un vantaggio elettorale". Tesi che peraltro i dem confutano. Dice Alfieri: "Negli ultimi due anni su oltre 200 elezioni comunali, solo in 8 occasioni" con un candidato sopra il 40% al primo turno "c’è stato un ribaltamento al 
ballottaggio. E in 2 casi a farne le spese è stato il centrosinistra. Ad esempio a Lucca alle ultime amministrative".  

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