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Repubblica, disastro del 25 Aprile: fango su Meloni in prima pagina. Ma...

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Non ce la possono fare. A Repubblica aspettavano il 25 Aprile fin da settembre, da quando Giorgia Meloni ha vinto le elezioni gettando "l'ombra nera" su Palazzo Chigi. Qualcuno in redazione pensava (e sperava) che il governo di centrodestra implodesse invece sorpresa - per loro - ha festeggiato 100 giorni e si è presentato ai nastri della Festa della Liberazione offrendo perlomeno lo spunto polemico alla sinistra: la sola presenza della Meloni al potere rappresenta uno sfregio alla libertà, alla democrazia, all'Italia stessa. 

 

 

Il ritornello è ben noto e la prima pagina del quotidiano diretto da Ezio Mauro, con il titolo gigante "L'Italia divisa", rappresenta il sentimento perfetto che spira da quelle parti. Elly Schlein, il Pd, Nicola Fratoianni, l'Anpi e compagnia cantante, tutti a invocare la rottura, a immaginarsi un governo schierato con la baionetta a calpestare partigiani e Resistenza. Peccato che contemporaneamente a Repubblica, il Corriere della Sera pubblichi la lettera della premier Meloni, che invoca unità, ricaccia al mittente le accuse di nostalgie per il fascismo e anzi indica il vero problema: il fatto che sia la sinistra cosiddetta (e sedicente) antifascista ad aver usato lo spauracchio del fascismo come "una arma di esclusione di massa" con cui strumentalizzare la storia dei nemici politici, tenerli fuori dalle piazze (lo ha ricordato anche il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo in una lettera a Libero) o direttamente dal consesso istituzionale. 

La lettura di Repubblica appare così surreale, se non fuori tempo massimo. Così la Meloni sarebbe "in imbarazzo" quando dice "basta con i pregiudizi della sinista su di noi", mentre Silvio Berlusconi (quello stesso Berlusconi che finché era premier era, guarda caso, il simbolo del fascismo che non muore) addirittura "si smarca da Fratelli d'Italia" per il solo fatto di aver detto dall'ospedale San Raffaele dov'è ricoverato "Viva il 25 Aprile festa della democrazia". E l'argomento per suffragare la tesi dell'Italia divisa? Il fatto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Cuneo e a Boves per celebrare la Resistenza, mentre la Meloni sarà al suo fianco "soltanto all'Altare della Patria". 

 

 

 

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