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Chiara Gribaudo: "Un sistema fiscale...". Altro disastro della vicepresidente Pd

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Hoara Borselli
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Ci sono varie cose che Chiara Gribaudo probabilmente non sa. Non sa come si chiama un cittadino polacco, perché lei lo chiama polonio; non sa cos’è il polonio (minerale molto radioattivo, o anche personaggio shakespearianio) perché lei pensa che invece sia un cittadino polacco; non sa cosa vuol dire progressivo (vuol dire crescente) e pensa che si dica progressista; ragionevolmente non sa neppure cosa voglia dire progressista e pensa che sia solo un sistema fiscale.

Andiamo per ordine. Era il 17 aprile quando Chiara Gribaudo, ospite della Gruber a Otto e Mezzo è intervenuta per sciorinare un monologo contro il governo e ha detto «...l’assenza della destra italiana a quei tavoli, insieme ai suoi alleati, ungheresi e poloni... ha fatto sì». Ovviamente non si è corretta e ha proseguito la sua arringa convinta di aver detto una cosa saggia.

 

Cinque giorni prima dei “poloni”, a Controcorrente, su Rete4, ha confuso il “linguaggio da internet” detto dal senatore di FdI Lucio Malan con «linguaggio da Hitler». Solo due giorni fa, sempre dalla Gruber, la Gribaudo ha detto che il Pd è per un sistema fiscale «progressista», e nessuno dei presenti ha fatto un plisset.

Ora voi dite: vabbé ma chi è sta Gribaudo? È vicepresidente del più importante partito di opposizione. Che poi, tra l’altro, sarebbe un partito progressista, non una tassa sui redditi!

Che ci volete fare, ormai la sinistra è questo. Chi come la Schlein ha un’esperta di armocromia da 300 euro all’ora e poi con il foulard rosso al collo va in piazza a dire che è in totale empatia con i poveri e gli operai; chi come Rachele Scarpa, la più giovane capolista Pd, che pensa che i «soldi non derivino solo dal lavoro», obnubilata dall’assistenzialismo tout court e come biasimarla, questo abbiamo insegnato ai ragazzi in questi anni. Del resto anche i democristiani erano per il fisco progressivo. Il loro esperto, il celebre Vanoni, portò l’aliquota sui redditi alti al 70% (ma forse è meglio non farglielo sapere a quelli del cerchio magico). Però loro conoscevano bene la differenza tra progressivo e progressista.

In questa gran confusione non sarà così grave per una deputata di mestiere ignorare il termine progressista... chissà poi se Chiara sa cosa vuol dire socialismo, o pensa che sia un dopolavoro e se ha capito che la Camera è un ramo del Parlamento e non una città un po’ più grande di Camerino... Poi mi viene un pensiero che arriva da lontano: povero Occhetto e la sua lista dei progressisti.

 

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