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Meloni, sfogo durissimo a porte chiuse: "Non sono ipocrita", sinistra in tilt

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Un vero e proprio battibecco è quello che si è consumato tra Giorgia Meloni e Maurizio Landini. La decisione del premier di convocare per oggi 1 maggio 2023 un Cdm straordinario per varare importanti (e pesanti) misure per ridare ossigeno alle buste paga degli italiani a quanto pare ha irritato il sindacato rosso. Il Cdm toglierà le luci dei riflettori puntate sul Concertone e metterà al centro il lavoro del governo che mette sul piatto fortissime riforme per rilanciare l'occupazione e il potere d'acquisto per le famiglie.

Tutte misure che dovrebbero essere ben viste dal sindacato di Landini ma che invece sono diventate elementi di discordia per la scelta di questa data simbolica che non lascia alla sinistra il monopolio ideologico sul mondo dei lavoratori. E secondo quanto riporta il Corriere, la Meloni si sarebbe sfogata in modo chiaro per ribadire le mosse del suo esecutivo e quanto sia importante il lavoro per questo governo: "Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale, una mano tesa. E mi sarei aspettata un “bravi”! Perché sul taglio del cuneo credo che siamo d’accordo...", avrebbe detto il premier. E ancora: "Non merito l'accusa di essere ipocrita, siamo su due binari differenti", avrebbe aggiunto riferendosi a Landini. "Ci tengo tanto a questo decreto perché il sostegno al lavoro è alla base della crescita economica, che è la nostra più grande sfida", ha affermato la Meloni mettendo a tacere lo sbaritare della sinistra. Insomma uno scontro duro che svela ancora una volta un dato essenziale: la sinistra mette nel mirino pure le misure che ridaranno fiato ai lavoratori pur di attaccare questo governo.

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