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Patrimoniale, il Pd con la Ue: scatta l'assalto al conto in banca

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Fabio Rubini
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L’Unione europea ha le casse vuote e un sacco di interessi da pagare sui prestiti contratti per finanziare le sue politiche di sviluppo. Non potendo chiedere maggiori fondi agli Stati membri - alle prese con il post pandemia e la crisi economica -, sta elaborando un piano per razziare le tasche dei cittadini europei. Poi c’è la sinistra, Pd in testa, che vorrebbe andare oltre e si sta organizzando per mettere le basi di quella che a tutti gli effetti potrebbe tramutarsi un una “patrimoniale europea”. In soldoni quest’oggi a Strasburgo il parlamento europeo riunito in plenaria voterà una risoluzione dal titolo emblematico: “Un nuovo inizio per le finanze Ue, un nuovo inizio per l’Europa”. Il documento, che come tutti quelli votati dall’assise avrà compiti d’indirizzo verso la Commissione Ue, ma non sarà vincolante, parte dal fatto che «le finanze dell’Ue stanno attraversando un periodo critico», che «l’Unione è tenuta a rimborsare il capitale e gli interessi dei prestiti contratti nell’ambito del piano di ripresa Ue» e che bisogna evitare che a pagare il prezzo di NextGenerationEu «sia la prossima generazione di europei».

Poi il documento elenca una serie di azioni per reperire nuove risorse. Non tutte deprecabili. Anzi. Si va da una nuova imposta sulle transazioni finanziarie a quella sulle criptovalute, passando per quelle sull’economia digitale che dovrebbe colpire «le grandi aziende di internet». La parte succosa della vicenda, però, non è contenuta in quel documento, ma in cinque emendamenti che la sinistra europea, Pd compreso, ha presentato e che passeranno oggi al vaglio dell’aula. Sperando che vengano bocciati. Nel primo si chiede al parlamento europeo di tassare maggiormente «gli individui e le famiglie più ricchi, per motivi di uguaglianza sociale ed economica»; nel secondo dopo aver sottolineato «l’importanza di forme progressive di tassazione», la sinistra europea «invita la commissione a presentare una proposta relativa a una nuova risorsa propria (cioè una nuova tassa, ndr) basata su di un’imposta sul patrimonio degli individui e famiglie», inoltre «ritiene che un’imposta sul patrimonio progressiva a livello Ue contribuirebbe a far uscire l’Unione dalle molteplici crisi recenti». Cioè la patrimoniale.

Nel terzo si chiede di tassare gli extraprofitti, con quella che nel documento viene chiamata «tassa di solidarietà» da applicare alle «grandi imprese» e basata «su un’aliquota più elevata per gli utili in eccesso». Nel quarto emendamento si chiede una nuova tassa sulle plusvalenze «allo scopo di tassare gli utili ottenuti da un’attività al momento della sua vendita» e che dovrebbe comprendere anche «immobilizzazioni, azioni e obbligazioni». Il quinto e ultimo, poi, è un vero capolavoro. Per combattere la «sostanziale e crescente disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza», secondo il Pd e la sinistra si dovrebbe introdurre «un’imposta minima per i redditi elevati e un ulteriore scaglione fiscale per i redditi “eccessivi”». Il testo dell’emendamento, però, non specifica cosa la sinistra ritenga per “eccessivo”... Per farla breve in cinque emendamenti la sinistra ha chiesto l’introduzione di sei o sette nuove tasse. Un record.

Il Pd, invece, proverà a fare in Europa quello che il popolo italiano gli ha impedito di fare con il voto: la patrimoniale. A dare battaglia e a denunciare questa stortura è stata la Lega con Marco Zanni, europarlamentare e presidente degl gruppo Identità e Democrazia, casa politica europea del Carroccio: «Più tasse per tutti: la sinistra in Europa mostra ancora una volta il suo vero volto e propone una nuova patrimoniale. Se da una parte non ci sorprende l’eterno ritorno di concetti veterocomunisti che pensavamo relegati ai libri di storia - prosegue Zanni -, dall’altro ci stupisce che alcuni di questi emendamenti siano firmati anche da eurodeputati del Pd. Anche con Elly Schlein, è sinistra tassa e spendi. Cambiano i segretari, ma la soluzione per loro è sempre la stessa: mettere le mani in tasca a cittadini e imprese».

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