Cerca
Logo
Cerca
+

Alluvione, Senaldi: quando la sinistra affonda non è mai colpa sua

Pietro Senaldi
  • a
  • a
  • a

L’Emilia Romagna è finita sott’acqua per una circostanza meteorologica eccezionale. Il governo è intervenuto subito, riunendo in poche ore ministri, presidenti regionali e associazioni di categoria, e anche questo non è sempre ordinario in Italia. Straordinario è invece che, per una volta, emergenza e vittime non siano state accompagnate da polemiche sulle responsabilità. Nessuno ha detto «piove, governatori ladri». Tutti hanno dato la colpa dell’inondazione al clima, tuttalpiù al suo cambiamento dovuto all’uomo, ma inteso in senso generale, non come quello che ha in carico l’amministrazione e la tutela dei luoghi colpiti. Sorge il sospetto che non sia un caso. L’Emilia Romagna è la terra del Pd, è un modello del quale la sinistra si fa vanto. Pertanto, se piove troppo, dipende dal cielo, dalle nubi, finanche dalla siccità, mai da chi gestisce la baracca e magari ha dormito sulla prevenzione, perché da sempre essa non porta voti, visto che nessuno si accorge se viene fatta bene. Chissà, se i fiumi imbizzarriti fossero stati l’Adda o il Seveso, quante paginate si sarebbero scritte contro il modello lombardo, feudo della Lega e del centrodestra.

 

 

 

L’esperienza del Covid insegna: il virus travolge per prima la provincia di Bergamo e la stampa nazionale accusa la sanità lombarda, e continua per anni, anche dopo che i medici lombardi trovano la cura e la insegnano al mondo e i numeri rivelano che è stata Piacenza la provincia con più decessi rispetto ai contagiati. Anche al tempo la Regione colpita era all’opposizione rispetto al governo nazionale ma la differenza è che, mentre oggi da Roma giungono solo aiuti e solidarietà, allora arrivarono attacchi violenti e prese di distanza.

 

 

 

Un’altra cosa stona. Le alluvioni in Italia ci sono sempre state, anche quando il clima non era impazzito. Per esempio a Firenze, nel 1966. E anche allora i giovani si mobilitavano, come quelli di oggi. La differenza è che i nonni dei nostri ragazzi si armarono di stivaloni e vanghe e andarono in Toscana a spalare e aiutare. I loro nipoti sfilano vomitando insulti, scambiano una ragazzina svedese per Einstein e ci andrà bene se non spruzzeranno vernice sulle case degli allagati.

 

 

Dai blog