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Giorgia Meloni, Minniti fa impazzire il Pd: "Una cosa politicamente enorme"

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L'asse Roma-Varsavia-Budapest stavolta non ha retto: Giorgia Meloni dando il via libera al nuovo Patto che dovrebbe riformare le regole europee sui migranti, si è messa in posizione di contrasto rispetto al leader ungherese Viktor Orban e al principale alleato della premier in Europa, l'esecutivo polacco, ritrovando al contempo una intesa con la Germania. Si tratta di "una svolta enorme", commenta soddisfatto Marco Minniti al Foglio la scelta del governo italiano di votare a favore del nuovo patto. “Meloni due giorni fa in Lussemburgo sui migranti ha rotto con Polonia e Ungheria, è una cosa politicamente enorme anche se io l’ho sempre ritenuta inevitabile a un certo punto. Si è reso palese", spiega, "che non esiste un’Internazionale sovranista. Era un’illusione ottica nonché una contraddizione in termini”.

 

 

 

Ancora più significativo per Minniti è il fatto che "l'Italia non era obbligata a rompere con Ungheria e Polonia. È stata una scelta precisa, sia tecnica che politica". L'ex ministro dell'Interno puntualizza però che l'accordo sui migranti "non risolve realmente il problema. Al di là delle interessanti questioni di polizia, bisogna ammetterlo. Si parla solo della gestione dei migranti già presenti all'interno dei confini dell'UE, ma l'unica vera svolta possibile sarebbe superare il trattato di Dublino, che continua a creare problemi per i Paesi di primo approdo, con l'Italia in testa". 

 

 

Tuttavia, secondo Minniti, non tutto è da scartare. Anzi, potrebbe esserci una svolta più vicina di quanto ci si aspetti. "La destra, chiamata a guidare il paese, ha capito che in un mondo interconnesso il 90% degli interessi nazionali si giocano al di fuori dei confini nazionali", afferma Minniti ricordando il viaggio di Giorgia Meloni in Tunisia e il prossimo, fissato per domenica, quando andrà insieme la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte. "Non credo che sia una coincidenza", continua l'ex ministro, "che l'Italia abbia accettato l'accordo quando, durante la riunione, è arrivata come una sorta di deus ex machina la notizia di questa visita. Meloni sostiene che la svolta è già avvenuta, ma la verità la scopriremo domenica. Se lei e Von der Leyen annunceranno un prestito europeo alla Tunisia, superando le reticenze del FMI, allora avremo davvero fatto un salto di qualità. Sarebbe il primo passo di un piano di investimenti europeo per la stabilizzazione dell'Africa, e riguardo all'accordo di due giorni fa, che è tutt'altro che risolutivo, citando Enrico di Navarra, potremmo dire che 'Lussemburgo ne vale la pena'".

 

 

 

 

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