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Paolo Gentiloni, pugnalata alle spalle all'Italia: parole pesanti

Sandro Iacometti
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Prima o poi doveva accadere. Finora Paolo Gentiloni era stato sorprendentemente rispettoso del suo ruolo di Commissario Ue all’Economia, senza approfittare della divisa per sgambettare fraudolentemente il governo. Ha continuato a ripetere che Bruxelles sta lavorando proficuamente insieme al governo, che non bisogna preoccuparsi dello slittamento della terza rata, che tutto si sistemerà. Ma qualcosa, evidentemente, è cambiato. Saranno gli scivoloni del Pd, che di fatto stanno rendendo di nuovo il Pd contendibile (e Gentiloni il prossimo anno potrebbe trovarsi senza lavoro in Europa), sarà la pressione dei suoi amici dem, che non hanno più carte da giocare, o forse l’atmosfera barricadiera della Repubblica delle idee a Bologna, una specie di festival dell’antimelonismo.

 

 

Sta di fatto che alla fine l’ex premier del Pd ha deciso che era venuto il momento di affondare il colpo. E poco importa se per farlo bisogna un po’ distorcere la realtà. Quello che conta è il messaggio. Ed è così che ieri, dopo aver ribadito cosa già dette da giorni, sulla necessità che il governo presenti in fretta le modifiche al Pnrr, se n’è uscito facendo il confronto che tutti a sinistra aspettavano: «Come commissione europea abbiamo lavorato con il governo Conte che ha impostato, poi con il governo Draghi che è stato puntuale nelle scadenze, rispettando i tempi e adesso lavoriamo con il governo Meloni». Ecco qua. Con poche parole ben assestate Gentiloni ha provato a ridisegnare lo scenario a tutti ben noto. Altro che colpa di Conte che si è voluto prendere tutti i 122 miliardi a debito pur senza sapere come usarli, altro che ritardi di Draghi, che ha speso solo 4 miliardi sui 18 previsti. Il primo ha solo impostato, il secondo è stato più preciso di un orologio svizzero. Ergo: i problemi sono arrivati col governo Meloni. E i problemi ci saranno sul serio se Gentiloni ha deciso di mettersi di traverso. La prossima settimana, infatti, arriveranno a Roma gli ispettori della Ue a controllare l’avanzamento del Pnrr. Se questa è la premessa, vogliamo davvero credere che non riusciranno a trovare una serie di pasticci su quell’assurdo groviglio che è il Pnrr?

Tanto per non farsi mancare nulla, Gentiloni, sempre tra i suoi amici di Repubblica, ha voluto anche battere un colpo sul Mes, spiegando che la Meloni forse si illude, ma la mancata ratifica non porterà alcun vantaggio. «Non sono convinto», ha spiegato, «che rafforzerebbe l’Italia nelle trattative su altri tavoli, come quello del patto di stabilità. Il Mes l’abbiamo approvato due anni e mezzo fa e sarebbe utile confermare quella approvazione».

 

 

BTP VALORE - Mentre Gentiloni esce allo scoperto, il governo si riconsola con l’incredibile successo del Btp Valore. Oltre 18 miliardi (18,191) di raccolta di cui 1,12 miliardi nell'ultimo giorno. I risparmiatori italiani sono tornati in massa nel mercato dei titoli di Stato. Con questi numeri mai raggiunti prima il Btp Valore ha chiuso trionfalmente i cinque giorni di collocamento tanto che, a fine seduta, il Mef ha festeggiato ricordando che si tratta «del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati, 654.675, in un singolo collocamento di titolo di Stato per i piccoli risparmiatori (retail), a cui è esclusivamente rivolto il Btp Valore». Una conclusione positiva, che si aggiunge a quello dei Btp Italia e dei Btp Futura, sia per i tecnici del ministero sia per le forze politiche della maggioranza, in primis la Lega, che hanno insistito da anni sulla necessità di dipendere meno dagli investitori esteri e dai grandi fondi per il debito pubblico e la volatilità dello spread.

Ha pochi dubbi sul significato politico di quest’esito il sottosegretario per l’Attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, secondo cui «il successo di questa operazione testimonia la crescente propensione delle famiglie a scommettere sulla solidità dello Stato» ed è «il segno che la gestione delle finanze pubbliche del governo sta incidendo in maniera più che positiva sul clima di fiducia». Si vedrà nei prossimi mesi (un’altra emissione, che potrebbe avere anche elementi di novità, è prevista dopo l’estate) se il retail proseguirà su questa strada.
Per il momento il successo è indubbio.  

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