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Matteo Piantedosi, la mossa che può spegnere gli sbarchi: "Solo l'inizio..."

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"Nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo registrato un primo timido e modesto segnale di miglioramento dei rimpatri, con un incremento in più rispetto all’anno precedente», pari a oltre 500 migranti", dice soddisfatto il ministro a Lampedusa dove ha fatto un sopralluogo all'hot spot. "Per la precisione sono 536 in più. Infatti, i rimpatriati dal primo gennaio al 2 luglio sono stati 2.176, mentre nello stesso periodo del 2022 erano 1.640. Un aumento del 32%. Sono soprattutto tunisini (971), albanesi (343), marocchini (205) ed egiziani (167)". L’obiettivo è velocizzare le pratiche subito al momento dello sbarco puntualizza Piantedosi accompagnato nella visita all'hotspot di contrada Imbriacola insieme alla commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson che lo ha rassicurato: "Questa non è solo una sfida italiana, ma europea". 

 

"Il tangibile miglioramento nella gestione dell’hotspot di Lampedusa è conseguenza anche dei provvedimenti approvati dal governo a Cutro che anticipa la filosofia del patto approvato in Lussemburgo", le ha spiegato Piantedosi soffermandosi sui miglioramenti dal decreto varato dopo la tragedia di Cutro a inizio marzo che ha portato al patto dei ministri dell’Interno della Ue in Lussemburgo del 9 giugno. "Abbiamo creato un sistema in base al quale la distribuzione sul territorio possa trovare sollievo dalla possibilità di creare, a regime, nei paesi di primo ingresso degli hotspot di prima gestione del fenomeno dove realizzare le procedure accelerate di frontiera". "Partiremo fra un mese con l’individuazione di un luogo in cui fare queste procedure", ha annunciato il ministro prevendendo che "nel rapporto tra distribuzione regionale e rimpatri ci sia un beneficio rispetto a prima". 

 

 

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