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Sarkozy, la prova del golpe anti-Cav: "Così lo abbiamo fatto dimettere"

Roberto Tortora
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Per Nicolas Sarkozy è “Il Tempo delle Battaglie”, il che non significa che ritorna a candidarsi alla presidenza della Francia, bensì che esce il suo nuovo libro, edito da Frayard, che s’intitola appunto “Le temps des combats”. E sono tante le rivelazioni in esso contenute, una su tutte che riguarda l’Italia e Silvio Berlusconi, recentemente scomparso. Cannes, 3 novembre 2011, vertice del G20: l’ex-premier francese e Angela Merkel cercano di convincere Silvio Berlusconi "a lasciare la guida del governo". Cosa che poi avverrà pochi giorni dopo, il 12 novembre. Sarkozy racconta l’evolversi della vicenda, a partire dal 26 Aprile 2011, quando arriva a Roma per un bilaterale franco-italiano: “Le nostre relazioni avevano iniziato a peggiorare. Berlusconi stava diventando la caricatura di se stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo. Il triste episodio del “Bunga-Bunga” – racconta Sarkozy - aveva annunciato una fine poco gloriosa...Ho approfittato di quel viaggio romano per sostenere la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea… Draghi era competente, aperto e simpatico… La sua lunga collaborazione con Goldman Sachs ci avrebbe garantito un approccio più “americano” che “tedesco”. Aspetto decisivo ai miei occhi”.

Sarkozy ricorda la micidiale crisi finanziaria e l’allarme in Europa era generale. Anche il presidente americano Barack Obama e il leader cinese Hu Jintao erano preoccupati. Il G20 di Cannes si era occupato del collasso greco, ma, sempre su rivelazioni del marito di Carla Bruni, “a questo punto si trattava di salvare la terza economia dell’eurozona: l’Italia”. Da lì, l’iniziativa con l’ex-cancelliera tedesca su Berlusconi: “Angela Merkel e io decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto. Il premier italiano cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani. Voleva creare altro debito da mettere sulle spalle solo dei suoi compatrioti. Tutto ciò era abbastanza delirante. L’incontro diventò sempre più aspro – racconta Sarkozy - nonostante Berlusconi cercasse di alleggerire l’atmosfera con qualche battuta delle sue, completamente fuori luogo”. 
Fino all’epilogo drammatico: “Ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro. Pensavamo sinceramente che la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui e il suo atteggiamento patetico...L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu (all’epoca premier greco) e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami...I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario”. Se questa non è la prova di un golpe...

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