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Generale Vannacci, sinistra spaccata: chi non lo avrebbe rimosso

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Alessandro Gonzato
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Partigiani e associazioni gay tuonano contro il generale Vannacci, ma l’obiettivo - si capisce - è il governo. E però l’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta - ministro durante il primo governo Conte e in quota Movimento 5Stelle - prende le difese del militare: «Sono stata ministro della Difesa e conosco i meccanismi dell’Esercito. Avessi dovuto decidere io, sicuramente non avrei rimosso Vannacci. La libertà di pensiero», aggiunge Trenta, «deve valere per tutti, sia per coloro che sono favorevoli alle coppie gay e all’adozione, sia per coloro che hanno un’idea della famiglia con papà, mamma e figli. Un libro che apre un dibattito e fa discutere non può avere la forza di cancellare il curriculum di tutto rispetto di un valoroso e fedele servitore dello Stato».

Per l’Anpi non è così. Secondo il presidente dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo, «Meloni deve dire agli italiani cosa pensa di una vicenda che ha interessato in primo luogo il suo partito con le decisioni del ministro Crosetto criticate da Donzelli. Il silenzio», prosegue Pagliarulo, «fa supporre che condivida quando sostenuto dal coordinatore di Fratelli d’Italia». Ne ha per tutti, il capo dell’Anpi: «Sono colpito anche dal silenzio di Forza Italia, anche da quel fronte nessun commento». E poi: «Qui non c’entra la libertà d’espressione, perché se quel libro l’avesse scritto una persona qualunque non ci sarebbe stato nessun caso. Vannacci fa riferimento al diritto all’odio: si tratta di una posizione che non può essere sostenuta soprattutto alla luce della delicatezza del ruolo che ricopre, e che manifesta l’incompatibilità del generale con qualsiasi alto incarico». Rosario Coco, presidente di Gaynet, cannoneggia: «Il libro di Vannacci è contro le donne. Non ho mai visto un attacco frontale così deciso da parte di un vertice delle istituzioni. Il libro offende la Costituzione e diffonde idee discriminatorie. Se c’è istigazione all’odio lo dirà la giustizia. La sostanza politica è che si tratta di uno sgangherato e contraddittorio manifesto contro i diritti umani».

Torniamo all’ex ministro Trenta, scelta da Conte: «L’articolo 1472 del Codice dell’Ordinamento Militare dice che i militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero. Non possono essere trattati argomenti a carattere riservato di interesse militare odi servizio, per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione. Ho conosciuto il generale Vannacci in occasione della sua denuncia sull’uranio impoverito in Iraq», va avanti Trenta. «Con quell’atto ha dimostrato integrità, indipendenza di pensiero e coraggio nel fare una battaglia difficile, che era anche la mia. Mi auguro che la severità nei suoi confronti non sia stata dettata anche da questo». Irrompe Sandro Ruotolo, della segreteria Dem: «Da una parte Crosetto e dall’altra Salvini e Sgarbi. Il mondo alla rovescia. La presidente Meloni con chi sta: con Crosetto o con Vannacci?». 

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