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Elly Schlein a caccia di consensi in Svizzera: "Resta lì", chi la sotterra

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Doveva fare l’estate militante, ma preferisce il tepore di casa. Elly Schlein sabato se ne torna in Svizzera (ma poi rientra). Chissà quale abbigliamento le consiglierà l’armocromista, visto che ogni volta che è Giorgia Meloni ad andare all’estero viene squadrata dalla testa ai piedi. Il cronista attento alle cose rosse riceve la notizia e si interroga sul pellegrinaggio di Elly, tentando di trovare una valida motivazione politica per una leader che ogni giorno racconta peste e corna del governo del suo Paese. Lo farà anche in terra straniera?
La segretaria italo-svizzera-americana del Pd ha deciso di farsi vedere dove ancora non l’avevano vista arrivare nella nuova veste già logora da leader di partito. Tenterà di lasciarsi alle spalle le correnti interne che sono tornate a farsi sentire nel Pd, che sarebbero capaci di accusarla persino di portare capitale nei forzieri elvetici.

 

 


Per non trascurare nulla, si è fatta preparare due tappe: prima a Bienne, al congresso del partito socialista - e non osiamo immaginare che cosa le uscirà dalla bocca - poi a Basilea, per la fiera dei libri italiani. Lei, pure lei, ne ha scritto uno, intitolato “La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme”. Si capisce subito che non scalerà le classifiche di vendita: non è Vannacci. Probabilmente il suo sarà di una noia mortale.

 

IL VIAGGIO

Ma allora perché ci va se non è certo un programma da prima pagina a meno di sparate incredibili contro l’esecutivo italiano? Lo spiega candidamente il suo deputato Ricciardi: «Qui vivono 350mila connazionali con la doppia nazionalità, che possono votare». Ci sta, in effetti. Lei ne ha tre, oltretutto, è tutta pacchia. «Possono votare», quindi sono degni di attenzione, questa è la morale. Magari le organizzano anche una festa dell’Unità di fronte ad una banca di quelle parti dove esibirsi con tanto di chitarra, hai visto mai. Lo ha già fatto in Italia, potrebbero chiederle il bis. Si sa, i politici devono saper fare di tutto tranne che politica. Qualche malizioso dirà a questo punto che visto che gli italiani non la amano, Elly cerca voti in Svizzera. E già la sfottono in maniera crudele su Twitter (o X come adesso Musk vuole chiamare la piattaforma): portafoglio in Svizzera, cuore negli Usa e bancomat in Italia. È decisamente sfortunata, ci fosse mai qualcuno a prenderla sul serio. Magari ci si potrebbe aspettare anche una rimpatriata con un noto svizzero, pregiudicato, pluricondannato, tessera n.1 Pd, abituato a socializzare le perdite e privatizzare gli utili. Sulla settimana enigmistica scriverebbero che l’ha recentemente baciata. Si cimenti il nostro lettore nell’individuare il ricco possidente de sinistra.

 

 

 

Questa storia dell’estate da migrante più che militante in effetti fa un po’ sorridere. Una volta arrivata al vertice del partito la Schlein aveva annunciato che andava in vacanza. E tutti restarono stupefatti, perché si aspettavano una respirazione collettiva bocca a bocca ad un partito moribondo. Ma lei era stanca. In tempo di festività invece va in Svizzera, dai compagni locali. Ma deve essere una strategia: ha scippato il partito a quelli del Pd facendo votare gente che non è iscritta al Pd. Magari ora vorrebbe prendersi l’Italia col voto di chi in Italia non ci sta più... Però, deve stare attenta: i social sono inondati da inviti a restare da quelle parti e non tornare in Patria. Mentre i tifosi di destra la vogliono qui «per governare tanti anni ancora con una leader così del Pd». Opposte fazioni, potremmo dire. Che si uniscono nel non sopportarla già più. 

 

 

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