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Mattia Santori, delirio in aula: "Il pesto ligure fa male come le canne"

Daniela Mastromattei
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Da sardina militante a volto (disturbatore) della sinistra. Dal movimento ittico dei girotondini in ritardo di vent’anni a consigliere comunale e componente della maggioranza di Bologna. Ma l’obiettivo è sempre lo stesso: combattere tutti i mali della politica italiana (soprattutto del centrodestra).

Eccolo, Mattia Santori, che dopo aver invitato i bolognesi a consumare cannabis in piazza, si è presentato in Comune con un vasetto di pesto alla genovese ed uno di infiorescenze di canapa, dicendo che entrambi i prodotti presentano potenziali rischi per la salute. Insomma il pesto, condimento intoccabile per i liguri, amato in tutta Italia e che tutto il mondo ci invidia, sarebbe nocivo. Il suo è un gesto di protesta (che fantasia) contro il decreto del ministero della Salute che inserisce il cannabidiolo nella lista delle sostanze stupefacenti (limitandone la vendita alle farmacie). Un’azione con la quale ha voluto richiamare l’attenzione sulle “similitudini” che, a suo avviso, presenterebbero i due prodotti. Ma che vede solo lui. Non risulta che qualcuno si sia mai fatto di basilico, di quel profumatissimo ingrediente principe del pesto alla genovese che la ricetta tradizionale vuole con trenette, patate e fagiolini. Piacere per il palato, ma non dà alla testa... come la cannabis.
Il copione dell’ex leader delle Sardine per la sua battaglia è il vuoto pneumatico. Non si smentisce mai.

 

Il suo show parte in Consiglio comunale con i due vasetti (infiorescenze di Cbd e pesto): «Entrambi questi prodotti sono legali e sono Made in Italy», afferma il consigliere a Palazzo D’Accursio. «Rassicuro i consiglieri che pensano che «faremo una gita in una piantagione», che non vi porto in Amazzonia ma in zona Roveri e che al posto di Pablo Escobar incontreremo imprenditori che pagano le tasse e versano i contributi». Va in scena il delirio. «Mi rendo conto che i pregiudizi siano più forti della realtà ma visto che sono testardamente convinto che ci troviamo di fronte ad un’ingiustizia economica prima ancora che culturale, cerco di spiegarvela nella maniera più semplice», continua il dem. 

Dunque, «entrambe le aziende che producono questi vasetti possiedono la partita Iva, pagano le tasse e i dipendenti, rischiano capitale proprio. Entrambe sono energivore e si misurano con il mercato internazionale». E allora? «Entrambi i prodotti contengono rischi per la salute, il pesto può contenere tracce di frutta con guscio, che per le persone allergiche può essere mortale, come gli zuccheri per le persone diabetiche- prosegue- . Ma possono avere benefici per la salute: il pesto perché fa parte di una dieta equilibrata e il Cbd per suoi riconosciuti effetti analgesici, antinfiammatori e antiepilettici». Basta. Ci fermiamo qui.

 

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