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Fazzolari: "Processo al governo? Cosa faremo sui migranti"

Fazzolari

Pietro Senaldi
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Processo al governo in dieci capitoli. Avvocato difensore, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Attuazione del Programma, Giovanbattista Fazzolari, da 25 anni al fianco di Giorgia Meloni e recentemente incaricato anche di coordinare la comunicazione di Fdi. Tira aria di campagna mediatica contro il governo. «Ci sono lobby e gruppi economici che lavorano contro di noi» ha denunciato Giovanni Donzelli, altro esponente di primo piano di Fdi. E anche l’Europa secondo qualcuno soffia contro, dalle prese di posizione di Parigi e Berlino sull’immigrazione alla telefonata della premier alla von der Leyen, per ricordarle che Tunisi aspetta i soldi promessi dalla Ue. Fazzolari fa un passo avanti: «Rispondo a tutto, coraggio...». Ecco allora i dieci capi d’accusa.

IMMIGRAZIONE

Era facile fare promesse dai banchi dell’opposizione. Ora Lampedusa scoppia, state facendo un bagno di realtà?
«So che l’elettorato è deluso e che avrebbe voluto risultati immediati. Ma vogliamo risolvere il problema in modo definitivo, anche se servirà tempo per invertire la rotta dopo anni di politiche immigrazioniste della sinistra. Nel Consiglio dei ministri di lunedì sarà intanto approvata una forte novità: chi sbarca illegalmente in Italia sarà trattenuto in centri sorvegliati per un periodo che potrà arrivare a 18 mesi. Chi non otterrà la protezione internazionale sarà direttamente espulso. Un forte disincentivo alle partenze».

Il blocco navale è un miraggio?
«È l’unica vera soluzione, come abbiamo sempre detto. I fatti ci danno ragione, bisogna fermare la massa di immigrati illegali alla partenza, grazie a una missione Ue fatta in accordo con gli Stati del Nord Africa».

Tunisi ci manda gli migranti perché la Ue non dà i soldi promessi?
«Senza i soldi promessi, la Tunisia ha difficoltà a far funzionare le proprie forze di polizia e la guardia costiera. È un dato di fatto. E certo non aiutano i continui attacchi al governo tunisino della sinistra europea che vorrebbe dichiarare la Tunisia uno Stato dove non è possibile trattenere gli immigrati o rimpatriare chi arriva in Italia».

FRANCIA E GERMANIA 

Parigi rafforzai controlli ai confini, Berlino si oppone alla redistribuzione dei migranti: l’Europa ci attacca, o semplicemente non esiste?
«Sono reazioni al fatto che l’Italia ha chiarito con i partner europei che, se non ci danno una mano a fermare gli arrivi dall’Africa, non possono pretendere da noi celerità nel riprendere i migranti che, anche se sbarcati in Italia, ora si trovano in altri Stati».

Però così non va...
«Noi chiediamo chiarezza. Se fermiamo insieme l’immigrazione illegale di massa non c’è bisogno di discutere di ricollocamenti».

Non è che la Ue dell’asse popolari-socialisti sta mandando un messaggio alla Meloni: devi allearti con noi anche se vinci alle Europee altrimenti avrai vita difficile?
«Diciamo che il governo Meloni preoccupa più d’uno in Europa. Se l’Italia dimostra che un esecutivo conservatore, composto da diverse forze di centrodestra, può far bene, si può creare un effetto a catena in diversi Stati europei che potrebbe cambiare gli equilibri dell’attuale Ue».

 



 

PNRR

L’Europa ci ricatta facendoci sudare le rate del Pnrr?
«Ma no, siamo stati la seconda nazione in ordine di tempo a incassare la terza rata. In più la Commissione ci ha consentito di rimodulare il Pnrr, come avevamo chiesto fin dall’inizio.
Era indispensabile farlo perché abbiamo ereditato un piano con grandi criticità, pieno anche di progetti inutili.
Le difficoltà incontrate con la Commissione erano su questo».

Abbiamo sbagliato a prendere tutti i soldi?
«Vorrei ricordare che dei 191 miliardi presi, 122 li dovremo restituire e questo limita gli spazi di manovra in legge di Bilancio, perché comunque incidono sui parametri di deficit e debito pubblici. Certo, chi governava allora ha potuto dire che portava in Italia un sacco di soldi...».

LEGGE DI BILANCIO

La manovra sarà un percorso a ostacoli: pochi soldi, tante promesse...
«Dobbiamo fare i conti con la voragine dei bonus edilizi provocata da Conte, mister tutto gratis. Costerà allo Stato una cifra spropositata, già quantificata in 140 miliardi, importo destinato a salire. Questo per ristrutturare meno del 4% degli immobili italiani, per lo più seconde case e abitazioni di pregio. Una misura che è andata a vantaggio soprattutto dei più ricchi ma pagata con i soldi di tutti».

Sa un po’ di scusa. Conte dice che il Superbonus è stato ripagato dalle tasse e ha generato crescita...
«Il problema è sorto a causa di norme concepite male e scritte peggio.
La follia di un bonus superiore al 100%; la cedibilità illimitata dei crediti; meccanismi di controllo inadeguati. E peggio di ogni altra cosa, norme criminogene che hanno generato miliardi di crediti irregolari. Un regalo a cinque stelle per truffatori».

GUERRA AI POVERI

Vi accusano di fare la guerra ai poveri perché siete contro il salario minimo e avete tolto il reddito di cittadinanza...
«I salari in Italia sono indegni. Ma non può certo dipendere da chi governa da pochi mesi se negli ultimi dieci anni gli stipendi sono saliti in tutta Europa tranne che in Italia. Chi ci accusa oggi dov’era quando succedeva tutto questo? Al governo...».

Il salario minimo è un obiettivo di legislatura?
«Alzare gli stipendi bassi e combattere la povertà, garantendo redditi dignitosi, è un obiettivo del governo.
Non siamo convinti che la strada migliore sia quella di stabilire per legge un salario minimo, ma su questo non facciamo battaglie ideologiche».

 



 

REDDITO DI CITTADINANZA

E il reddito di cittadinanza?
«Sono convinto che sia stato giusto abolire il reddito per chi è in grado di lavorare, ha meno di sessant’anni e non ha minori a carico. Sulla nuova piattaforma Inps rivolta a questa platea ci sono a oggi più offerte di lavoro e percorsi formativi disponibili che iscritti, a testimonianza che esiste una alternativa all’assistenzialismo».

TASSE

Con così poche risorse ci saranno i soldi per abbassare le tasse come avevate promesso?
«Sarà rifinanziato il taglio del cuneo fiscale: siamo fieri di aver messo più di 100 euro al mese nella busta paga di chi guadagna fino a 35mila euro, di aver esteso la flat tax agli autonomi, di aver avviato la riforma fiscale».

Un po’ poco...
«Dateci tempo, continueremo in questa direzione, così come continueremo a sostenere chi ha figli a carico».

Siete il governo degli evasori e delle tasse come pizzo di Stato?
«Queste sono le solite accuse diffamatorie della sinistra. Siamo stati il solo governo a prendere provvedimenti concreti contro l’evasione, come per esempio la norma per contrastare il fenomeno delle società apri e chiudi».

BANCHE

È stata molto criticata la tassa sui super-profitti delle banche: è stata giudicata contro il libero mercato e controproducente, perché gli istituti si rifaranno sui clienti...
«Gli istituti bancari hanno realizzato grandi profitti grazie ai ripetuti rialzi dei tassi di interesse decisi dalla Banca Centrale Europea, aumentando i tassi su mutui e prestiti ma non sui depositi. Il provvedimento è arrivato dopo molti richiami, non solo da parte dell’esecutivo».

Una punizione alle banche?
«Nessun intento punitivo. La tassa è contenuta e non metterà in difficoltà gli istituti di credito».

Sarà modificata?
«Non facciamo mai crociate ideologiche. Ogni proposta migliorativa che mantenga le finalità e lo spirito della norma sarà sicuramente presa in considerazione dal governo».

La Le Pen a Pontida vi turba?
«Nel centrodestra italiano coabitano famiglie politiche diverse. Lega e Le Pen sono alleati da molto tempo, non ci trovo nulla di sorprendente».

La Lega ha attaccato la gestione degli immigrati, rimpiangendo Salvini al Viminale...
«Sul tema immigrazione, come su tutti i principali dossier, c’è piena sintonia tra i membri del governo. Io non ho letto queste frasi come un attacco al governo ma come una difesa di Salvini, che sta subendo un processo politico e ingiusto».

Tajani, e ieri anche Marina Berlusconi, hanno criticato la tassa sulle banche. E poi c’è la questione del Ppe...
«Forza Italia rappresenta legittimamente il proprio punto di vista. Fa parte della sana dialettica che ha sempre rappresentato un punto di forza del centrodestra».

ATLANTISMO

Vi accusano di essere troppo filo americani...
«Molti hanno difficoltà a comprendere che noi siamo veri patrioti e le nostre scelte, a livello nazionale e internazionale, sono fatte seguendo questa unica bussola. Oggi questo vuol dire stare a testa alta all’interno delle nostre alleanze occidentali, dimostrando che l’Italia è tornata ad essere una Nazione seria ed affidabile. A partire dal pieno sostegno all’Ucraina davanti alla guerra di aggressione imperialista della Federazione russa».

È un’alleanza di comodo o di fede?
«La difesa dell’identità e dei valori occidentali è sempre stato un elemento che ha caratterizzato le battaglie politiche di Fdi e di Giorgia Meloni».

NEPOTISMO

Il cognato ministro e la sorella a capo del partito: intende questo Fdi quando parla di promuovere la famiglia?
«Il processo è inverso. Non è la Meloni che promuove la famiglia. C’è una comunità militante di persone che hanno iniziato a fare politica da ragazzi, con poche prospettive di andare al governo. Queste persone negli anni si sono frequentate, sposate, fidanzate. Siamo tutti legati da molto prima del governo».

Il problema sono le posizioni di sottopotere, suo cugino alla guida dell’Istituto Superiore di Sanità...
«Ho letto un titolo in prima pagina di un giornale di sinistra che recitava “Cacciato Brusaferro per il cugino di Fazzolari”. Due castronerie in un colpo solo. A Brusaferro è scaduto l’incarico e il governo ha nominato al suo posto Rocco Bellantone, un medico e accademico di altissimo livello. È un mio parente di quinto grado. Sono riusciti a fare polemica pure su questo. Poco male, vuol dire che non hanno argomenti più seri». 

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