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Giancarlo Giorgetti smaschera le balle di sinistra: Lega, ma quale "maretta"...

Fabio Rubini
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Al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sono bastati pochi minuti per smontare la narrazione dei suoi dissidi con Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che sarebbe stata causata dalla sua contrarietà alla tassa sugli extra profitti delle banche. Il ministro prendendo la parola sul palco di Pontida spiega che nel suo ruolo «l’equilibrio è un atto di coraggio», in una realtà dove «la guerra non è solo quella in Ucraina, ma anche quella che usa il grano, i migranti e il costo dell’energia». 

Ricorda che «come ministro mi alzo ogni mattina e condivido le angosce di famiglie e imprenditori che hanno un debito. E anche io mi alzo con un debito sulla testa da 2.859 miliardi che significano, soltanto per l’anno prossimo, pagare interessi per 14 miliardi». Il pezzo forte del discorso di Giorgetti, però, è sugli extra profitti: «Una decisione complicata da prendere che a qualcuno darà fastidio, ma stamattina dopo tante critiche dai mercati finanziari, ho letto una lettera che dice: “Ho 94 anni mia moglie 85. Tutti i nostri risparmi li lasciamo sul conto corrente per avere l’immediata disponibilità qualora le nostre condizioni di salute per ora discrete dovessero peggiorare. La giacenza media sul conto corrente 2022 è stata 48.774,17 euro sulla quale la banca ha corrisposto interessi per 31,70 euro. La banca in sostanza ha utilizzato i nostri i risparmi a costo quasi zero per darli in prestito a un tasso di quasi il 4% anno, realizzando così l’extra profitto che il governo intende tassare. Non farlo sarebbe una beffa per i lavoratori”. 

 

Ecco - spiega Giorgetti - banchieri e analisti non saranno d’accordo, ma per chi fa politica questo tipo di appello non può essere ignorato e allora si potrà modificare, si potrà migliorare, malo dico e l’ho detto in altri contesti: quella tassa è giusta».

 

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