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Napolitano, la telefonata in gran segreto a Monti: la vera storia del 2011

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Giorgio Napolitano è stato un abile politico. Non a caso si è messo alle spalle una grandissima carriera nel Partito Comunista. Divenne in poco tempo il "ministro" degli esteri rosso per poi arrivare al Colle e stringere mani ai presidenti americani dopo la caduta del muro di Berlino. Ma questa abilità l'ha dimostrata anche nella politica interna, preparando a volte il terreno a nuovi governi con forse troppo anticipo. È il caso della caduta del governo Berlusconi nel 2011. In quella caldissima estate che aveva preceduto le dimissioni del Cavaliere, Napolitano contattò Mario Monti per sondare il terreno per un nuovo governo in autunno. E così fu, come tutti sappiamo.

Era stato proprio Mario Monti in un'intervista al Corriere a confermare l'accaduto: "Sì, il Colle mi chiese di essere disponibile in caso di necessità". Una frase che qualche anno fa scatenò un vero e proprio terremoto politico con le proteste di Forza Italia che definì quella mossa "irrispettosa della Costituzione". Di fatto Napolitano, come sostengono anche oggi gli azzurri, "preordinò un governo che stravolgeva il responso delle urne".

 

 

 

E lo stesso Monti ha confermato ancora più tardi quei contatti col Colle in anticipo sugli eventi. Alla domanda di Alan Friedman: “Con rispetto, e per la cronaca, lei non smentisce che, nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica le ha fatto capire o le ha chiesto esplicitamente di essere disponibile se fosse stato necessario?”, l’ex premier rispose: “Sì, mi ha dato segnali in quel senso“. Poi in un'intervista al Tg1 sempre Monti aveva detto: "Nell’estate del 2011 ho avuto dal presidente della Repubblica dei segnali: mi aveva fatto capire che che in caso di necessità dovevo essere disponibile. Ma è assurdo che che venga considerato anomalo che un presidente della Repubblica si assicuri di capire se ci sia un’alternativa se si dovesse porre un problema". Fatti consegnati ormai alla Storia. 

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