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Biennale, la nomina che fa impazzire i giornaloni: "Palpabile rodimento"

Leporello
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Pietrangelo Buttafuoco ha di sicuro parecchi Santi in Paradiso, a cominciare da quella forza della natura di zio Nino. Ne ha addirittura un Pantheon intero di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, che lo hanno cresciuto e consigliato, certamente non aiutato nella affermazione professionale. Ovvio che la sua nomina al vertice della Biennale di Venezia - voluta da Giorgia Meloni in persona - abbia menato scandalo, con risentito, palpabile rodimento, in quella parodia di élite “culturale” autoreferenziale, da oltre cinquant’anni abituata a gestire e lucrare, sempre coadiuvata dalle fattucchiere nostre, i giornali di John Elkann, di Carlo De Benedetti e la tivù di Urbano Cairo.

Così ci sono loro, i bravi & buoni per tutte le stagioni, la compagnia di giro accucciata sempre a favore di vento, per cui quella di Buttafuoco è una nomina indigesta, non solo perché invisa, ma perché impossibile da dileggiare e contestare nel merito se non aggrappandosi, come pur meschinamente han fatto, al credo religioso. 

 

E poi però ci siamo noialtri, noi che lo conosciamo e c’abbiamo creduto, pur non valicando - come lui ha saputo fare - i confini del nostro splendido hortus conclusus, che ne ricaviamo una soddisfazione indicibile. E ringraziamo i Santi in Paradiso.

 

 

 

 

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