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Riforme, le balle di De Bendetti e dei "giornaloni" sulla Meloni

Leporello
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«La Meloni vuole i pieni poteri», «Quei pieni poteri che negano la Carta»”, «il Premierato? Porterà conflitti e confusione»: la levata di scudi è unanime, unanimemente decisa e prontamente dichiarata. I Potenti Poteri che nessuno vota, ma che s’intendono e che a tutto sovrintendono, danno pollice verso alla riforma proposta da Giorgia Meloni che vuole fortissimamente portare l’Italia nella “Terza Repubblica”, liberandola dal cappio di ribaltoni e governi tecnici.

Squillo di trombe e rullo di tamburi, ecco che le fattucchiere nostre, i giornali di John Elkann, Carlo De Benedetti e la tivù di Urbano Cairo, subitamente indossata la grisaglia di Bravi al servizio del bene, leguleiano e azzeccagarbugliano in punta di diritto e di rovescio per intimare, confutare e stroncare: questo premierato non s’ha da fare! Impossibile obiettare, inutile spiegare o evidenziare, il responso negativo non può che essere categorico, definitivo. Anche perché, come notò Upton Sinclair, «è difficile indurre un uomo a capire qualcosa, quando il suo stipendio dipende dal fatto che non lo capisca». 

 

 

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