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Superbonus, Giancarlo Giorgetti: "Un'emorragia continua"

Giancarlo Giorgetti

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Quella del Superbonus "è una emorragia che non smette di toccare la finanza pubblica. Dobbiamo stare molto attenti a non indurre a cambiamenti di valutazione e di principio contabile, quindi quello che facciamo nel 2023 e nel 2024 deve essere diverso", ha avvertito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione al Senato sulla manovra dalle Commissioni Bilancio congiunte.

L'andamento del rapporto debito/Pil dei prossimi anni, ha aggiunto, "è fortemente influenzato, come ho già chiarito più volte, dall’aumento del fabbisogno di cassa riconducibile agli incentivi edilizi, in particolare il Superbonus, che ricordo nel mese di ottobre ha mostrato ancora una crescita degli interventi (+4,2 miliardi rispetto al mese di settembre). Da ultimo, con il decreto-legge n. 145 del 2023, è stato necessario adeguare, per ulteriori 15 miliardi, la copertura del maggior fabbisogno generato nell’anno corrente dal ricorso a queste agevolazioni".

 

 

Nonostante tutte le difficoltà, ha proseguito Giorgetti, "i dati più recenti ci dicono che il sistema economico italiano", "è riuscito a reggere l’impatto concomitante delle diverse criticità che caratterizzano il contesto internazionale. Nel terzo trimestre dell’anno in corso il prodotto interno lordo è risultato sostanzialmente stabile rispetto sia al trimestre precedente, sia allo stesso periodo del 2022".

"La complessiva resilienza dell’economia nel trimestre estivo ha evitato la seconda flessione consecutiva del Pil, scongiurando così una recessione tecnica", ha sottolineato il ministro. "Nell’insieme, l’andamento dell’attività non è difforme da quanto preventivato in sede di stesura della Nadef, che prefigurava una graduale ripresa, con un ultimo trimestre dell’anno in ulteriore miglioramento rispetto al terzo. La nostra modellistica a breve, alla luce dei dati più recenti ci conferma queste indicazioni. Tuttavia, se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8 per cento) potrebbe essere soggetto ad una - sia pure contenuta - correzione al ribasso. Allo stato, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024". 

 

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