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La contromanovra della sinistra sfascia i conti

Michele Zaccardi
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Di certo non gli manca la fantasia. I soldi, quelli, invece sì. Perché le proposte di modifica delle opposizioni alla manovra sono quasi del tutto prive di coperure. Del resto, coprire la voragine che si aprirebbe nei conti pubblici sarebbe pressoché impossibile.

Dagli emendamenti alla Finanziaria depositati in Commissione Bilancio al Senato, dove saranno esaminati la prossima settimana, emerge infatti come la ricetta economica del Movimento 5 Stelle, del Partito democratico e dei groppuscoli minori si basi su un solo presupposto: spesa pubblica ad libitum. Basti pensare che, oltre al ripristino del reddito di cittadinanza, promosso dai grillini, (9.360 euro all’anno) per un costo di 12 miliardi di euro, quattro senatori dell’Alleanza Verdi e Sinistra propongono pure l’istituzione di un “Reddito di Base Universale”. A partire dall’aprile 2024, si legge nel testo, per tutti i maggiorenni che guadagnano meno di 1.500 euro al mese sarà staccato un assegno da 800 euro al mese «da corrispondersi integralmente o parzialmente a integrazione del reddito individuale» fino a una soglia di 1.500 euro mensili. Costo per lo Stato? 38 miliardi di euro per il 2024 e 44 miliardi a regime.
Un’enormità.

 

 


LA LISTA

Ma la lista della spesa delle opposizioni è lunga. E soprattutto piuttosto varia, visto che gli emendamenti depositati sono oltre 2.600, e numerosi sono quelli “fotocopia”, firmati dagli stessi senatori con lievi modifiche. Prima di entrare nei dettagli lisergici delle proposte, vale la pena segnalare che l’opposizione conferma (quasi) tutte le misure inserite in legge di bilancio. Sul fronte del fisco, ad esempio, si propone di rendere strutturale il taglio del cuneo contributivo fino a 35mila euro di reddito. E pure sulla sanità lo spartito non si discosta molto da quello dell’esecutivo.

 

Eppure, viste le geremiadi sul governo che non stanzia abbastanza risorse, ci si aspetterebbe che le opposizioni proponessero un incremento sostanzioso dei fondi. E invece no. La legge di bilancio aumenta il finanziamento del servizio sanitario nazionale di 3 miliardi per il 2024. L’emendamento congiunto tra M5s, Pd e Sinistra Italiana propone di incrementare la dote di 4 miliardi, appena uno in più. Per il resto, le modifiche depositate dalle opposizioni sono tutto un fiorire di bonus e sussidi. A cominciare dalla proroga del Superbonus che, con sprezzo del ridicolo, il Pd (a firma del suo responsabile economia, il senatore Antonio Misiani) vuole prolungare fino alla fine dell’anno prossimo, nonostante finora ci sia costato la bellezza di 105 miliardi: «La detrazione del 110 per cento - si legge nel testo spetta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024».


Poi però arriva il bello. Idem propongono in fila: fondo per gli affitti e la “morosità incolpevole” (900 milioni di euro); azzeramento oneri generali di sistema nelle bollette elettriche (2 miliardi); congedi di maternità e di paternità paritari (4,5 miliardi); fondo nuove competenze (1 miliardo); assunzioni straordinarie nella pubblica amministrazione (2 miliardi). Il Movimento rilancia con: ripristino del reddito di cittadinanza (12 milairdi); cash back (1 miliardo), con cui rimborsare gli acquisti fatti con mezzi di pagamento elettronici; riduzione orario di lavoro a parità di salario, con sconto sui contributi (350 milioni); rimborso in denaro delle detrazioni sanitarie (2 miliardi).

 

 

 

E le coperture? Beh, quelle sono quasi sempre lasciate «all’intensificazione delle attività di contrasto e recupero dell’evasione». Ma soprattutto alla «rimodulazione» dei “sussidi ambientalmente dannosi”.

Che valgono 22,4 miliardi ma il grosso la fanno poche voci: 3,4 miliardi per l’accisa più bassa di 11 centesimi del diesel rispetto alla benzina e 5 miliardi è l’Iva agevolata sull’acquisto di case non di lusso. Ebbene, le opposizioni vogliono tagliare progressivamente queste agevolazioni. Ma con un risparmio per il 2024, quello rilevante per la manovra, che i diversi emendamenti quantificano solo per l’aumento delle accise sul gasolio (201 milioni). E il resto delle coperure da dove viene? Semplice, dagli extraprofitti. Si tassa di tutto: dalle banche alle imprese energetiche, passando per le aziende farmaceutiche, le assicurazioni e l’industria delle armi. Addirittura, il Pd propone l’istituzione di una “Commissione per la Valutazione degli Extra Profitti”. I grillini ce l’hanno in particolare con le aziende energetiche. Vogliono tassarle con un pudico “contributo di solidarietà”: aliquota del 50% del reddito Ires che eccede di almeno il 10% il reddito dei quattro anni precedenti. Il tetto è pari al 25% del patrimonio netto. In pratica, un esproprio proletario. 

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